mercoledì 4 novembre 2020 – ore 21
Torino, Conservatorio Giuseppe Verdi
i concerti blu
Antje Weithaas / violino
Marie-Elisabeth Hecker / violoncello
Martin Helmchen / pianoforte
Franz Joseph Haydn (1732-1809)
Trio in do maggiore Hob. XV n. 27
Robert Schumann (1810-1856)
Phantasiestücke per violino, violoncello e pianoforte op. 88
Dmitrij Šostakovič (1906-1975)
Trio n. 2 in mi minore op. 67
Considerata «una delle grandi violiniste del nostro tempo», Antje Weithaas ritorna all’Unione Musicale mercoledì 4 novembre 2020 (Conservatorio, ore 21) dopo lo strepitoso recital di due anni fa, in cui aveva affascinato il pubblico con la sensibilità e il rigore stilistico che la rendono una delle interpreti più richieste.
Antje Weithaas possiede un repertorio amplissimo che spazia dal Seicento ai giorni nostri e le viene unanimemente riconosciuta la capacità di valorizzare ogni dettaglio del pensiero musicale con irresistibile intelligenza e abilità tecnica.
Il suo profondo desiderio di autenticità l’ha tenuta lontana dallo star-system più patinato, ma le ha permesso di realizzare una poliedrica carriera come solista, camerista e insegnante presso la Hochschule für Musik Hanns Eisler di Berlino; per quasi dieci anni è stata inoltre direttrice artistica della Camerata di Berna, formazione con la quale ha inciso numerosi lavori di Mendelssohn, Beethoven e Brahms.
Tra le caratteristiche per le quali Antje Weithaas è particolarmente apprezzata c’è la straordinaria bellezza del suono, che è «come l’argento, flessibile e carico di bagliori di luce». In un’intervista rilasciata in esclusiva per l’Unione Musicale ci ha parlato del suo strumento: «Ho scelto un violino di Peter Greiner (2001) perché mi permette di creare tutti i colori che percepisco nel mio orecchio interiore. Ho bisogno di una vasta gamma dinamica, di un suono fortemente caratterizzato e, naturalmente, di un timbro bellissimo».
Mercoledì 4 novembre Antje Weithaas torna a Torino con due compagni d’eccezione, che formano una coppia nell’arte e nella vita: il pianista di Martin Helmchen – da anni sulla scena internazionale insieme a Berliner e Wiener Philharmoniker, London Philharmonic e Boston Symphony Orchestra nonché recentissimo vincitore del Gramophone Award 2020 nella sezione appositamente dedicata ai festeggiamenti Beethoveniani – e la violoncellista Marie-Elisabeth Hecker, che ha attirato l’attenzione del mondo internazionale grazie al successo riportato nel 2005 al Concorso Rostropovich dove, per la prima volta, un concorrente ha ricevuto il primo premio e due premi speciali.
L’avventura artistica che vede riuniti Antje Weithaas, Marie-Elizabeth Hecker e Martin Helmchen è iniziata nel 2017 all’Elbphilharmonie di Amburgo, dal desiderio dei tre affermati solisti di condividere non solo l’amicizia e la stima professionale, ma anche parte della carriera, riservando un segmento del loro lavoro a un repertorio particolare della musica da camera: il Trio con pianoforte.
Per la sua prima volta a Torino il Trio propone un programma accattivante.
Si inizia con il Trio in do maggiore n. 27 di Haydn, pagina destinata a un pubblico borghese di esecutori dilettanti, che si presenta come una “Sonata per pianoforte con accompagnamento di violino e violoncello” (come recita il frontespizio della prima edizione a stampa). Scritto per soddisfare il piacere di “fare musica insieme”, il Trio in do maggiore è caratterizzato da godibili e calibrate linee melodiche del violino e del violoncello capaci di arricchire con grazia una scrittura pianistica che si distingue per brillantezza ed esuberanza.
Il concerto prosegue con i Phantasiestücke op. 88, che furono il primo brano scritto da Schumann per la formazione composta da violino, violoncello e pianoforte. La partitura fu fortemente influenzata dai lavori cameristici di Beethoven, Mendelssohn e Schubert, autori che Schumann venerava e venne originariamente concepita come Trio, per poi essere messa da parte e infine ripresa e rimodellata anni dopo la prima stesura.
Chiude la serata il Trio n. 2 in mi minore op. 67 di Šostakovič, una pagina drammatica e tesa, nella quale si alternano momenti di intenso lirismo a episodi scherzosi, al limite del grottesco. Scritto nel 1944, in un periodo particolarmente drammatico della storia sovietica, il Trio op. 67 è indicativo della natura dell’artista, aperto ai problemi del nostro tempo e preoccupato di comunicare un messaggio universale. Il taglio formale è quello tradizionale in quattro movimenti, ma ogni movimento ha una forma de tutto originale. Se il primo è ampio e tematicamente instabile, il secondo (Allegro non troppo) è conciso e molto definito sul piano melodico. Il Largo è spoglio, funereo, composto com’è da una sequenza di otto lenti accordi, ripetuta sei volte dal pianoforte, mentre violino e violoncello intessono un dialogo serrato e intenso. Il brano si conclude con un Allegretto dal carattere di “danza macabra”, di volta in volta straziante, violenta, sommessa, urlante e gemente.
BIGLIETTERIA E INFORMAZIONI
Biglietti non numerati
intero: euro 20
ridotto giovani (under 21): euro 10
in vendita preferibilmente online oppure presso la biglietteria dell’Unione Musicale;
il giorno del concerto presso il Conservatorio, a partire dalle ore 20.15.
Unione Musicale, piazza Castello 29 – 101023 Torino – tel. 011 566 98 11 – info@unionemusicale.it
orario: martedì e venerdì 10.30-14.30 – mercoledì 13-17
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