mercoledì 27 marzo 2019 – ore 21
Conservatorio Giuseppe Verdi, piazza Bodoni – Torino
serie dispari
Quartetto Belcea
Corina Belcea – Axel Schacher – Krzysztof Chorzelski – Antoine Lederlin
Franz Joseph Haydn (1732-1809)
Quartetto in re minore Hob. III op. 76 n. 2
Benjamin Britten (1913-1976)
Quartetto n. 3 in si bemolle maggiore op. 94
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Quartetto in la minore op. 132
Quartetto Belcea: le differenze sono il nostro punto di forza
Mercoledì 27 marzo 2019 (Conservatorio, ore 21) ritorna sul palcoscenico dell’Unione Musicale il Quartetto Belcea, una delle formazioni cameristiche più apprezzate sulla scena internazionale per la raffinatezza e l’intensità espressiva delle loro interpretazioni, oltre alla vastità del repertorio che comprende molte nuove commissioni.
Rispetto all’ultima esibizione torinese del 2015, il Quartetto Belcea si presenta ora in una formazione nuova, in cui la violinista rumena Corina Belcea e il violista polacco Krzysztof Chorzelski, i fondatori, sono affiancati dai francesi Axel Schacher (violino) e Antoine Lederlin (violoncello). L’incontro di diverse influenze e tradizioni musicali è da sempre la cifra distintiva del Belcea, che è capace di fondere i diversi apporti in un linguaggio omogeneo, raffinato ed espressivo.
In una recente intervista rilasciata per il mensile “Sistema Musica” di Torino il violista Krzysztof Chorzelski ha raccontato come i nuovi arrivati abbiano rinnovato e rinvigorito l’identità del gruppo: «Nella vita di un quartetto d’archi la partenza e l’arrivo di un componente è un terremoto, dirompente e stimolante. Nel nostro caso abbiamo un forte legame, ci rafforziamo a vicenda e le dinamiche interne al gruppo condizionano le interpretazioni. Rispetto alle origini, l’identità del Quartetto Belcea è cambiata, ma c’è qualcosa che è rimasta uguale: i membri provengono da paesi, scuole e tradizioni diverse. Credo che questa varietà insieme al desiderio condiviso di suonare al meglio siano diventati i nostri punti di forza. C’è sempre stato un equilibrio tra il temperamento dell’Europa orientale rappresentato da Corina e da me e un approccio molto diverso alla musica, forse più ponderato e raffinato, da parte dei colleghi dell’Europa occidentale. Questo si nota nella nostra attuale formazione: le differenze arricchiscono il nostro modo di suonare, ne scaturisce una tensione che in un certo senso ci spinge a superare i nostri limiti, a divertirci nel rischiare».
A Torino il Quartetto Belcea propone alcune pietre miliari del proprio, vasto, repertorio.
Si ascolterà il Quartetto in re minore Hob. III op. 76 n. 2, secondo della serie dei Quartetti op. 76, scritti da Haydn al ritorno dal suo secondo viaggio in Inghilterra. Questi Quartetti dimostrano l’inesauribile forza intellettuale del compositore, che sembrava aver raggiunto il culmine della perfezione con le raccolte precedenti dell’op. 71 e dell’op. 74. Invece, con l’op. 76, egli non solo riusciva a stupire il pubblico con una musica ancora fresca e piena d’idee, ma spostava anche più avanti i confini del linguaggio musicale del suo tempo. Il quartetto d’archi era infatti diventato il genere più importante della musica strumentale, secondo solo alla sinfonia, e il suo eccezionale sviluppo formale e linguistico era dovuto in maniera quasi esclusiva ai lavori di Haydn.
Krzysztof Chorzelski del Belcea afferma: «Per me la principale difficoltà nell’interpretare questa pagina di Haydn sta nell’ottenere l’innata libertà e il senso del divertimento tipico di questa musica in una grande sala da concerto. Questi pezzi sono l’essenza della musica da camera, ci deliziano e ci ispirano!»
Seguirà il Quartetto n. 3 op. 94 di Britten, composto nel 1975, un anno prima della morte del compositore. Questa pagina suscitò una profonda impressione fin dalla sua prima esecuzione per la semplicità e la serenità del discorso musicale.
Il violista del Belcea ha dichiarato: «Abbiamo suonato questo pezzo, che occupa un posto molto caro nei nostri cuori, fin dai primi giorni di vita del Quartetto e l’abbiamo studiato con i membri del Quartetto Amadeus, per i quali il lavoro è stato scritto. La pagina è molto peculiare. Forse il suo tono di commiato e la sua sobria bellezza sono più facili da percepire man mano che invecchiamo…»
Il concerto terminerà con l’esecuzione del Quartetto in la minore op. 132, che fu composto da Beethoven nella primavera del 1825, dopo una lunga malattia. La nota autografa scritta in apertura del terzo movimento («Canzona di ringraziamento offerta alla divinità da un guarito, in modo lidico») ha autorizzato a interpretare l’intero Quartetto come una sorta di percorso dal dolore della malattia alla felicità della guarigione, quasi una descrizione della condizione di sofferenza e di malinconia del malato, della sua convalescenza, dell’espressione di gratitudine a Dio, fino alla rinascita.
Inconsueto fin dall’articolazione in cinque movimenti, il Quartetto op. 132 si allontana dalla tradizionale architettura della forma sonata in favore di un nuovo principio costruttivo, quello della giustapposizione di diverse idee, che scivolano l’una dentro l’altra senza una vera opposizione.
poltrone numerate, euro 35
in vendita online e presso la biglietteria di Unione Musicale
ingressi, euro 20 e riduzioni per i giovani fino a 21 anni
in vendita il giorno del concerto presso il Conservatorio dalle ore 20.30
BIGLIETTERIA
Unione Musicale, piazza Castello 29 – 101023 Torino
tel. 011 566 98 11 – info@unionemusicale.it
ORARIO DI APERTURA:
martedì e mercoledì 13-17 – venerdì 10.30-14.30
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