mercoledì 21 febbraio 2018 – ore 21
Torino, Conservatorio Giuseppe Verdi
serie pari
Quartetto Hagen
Anton Webern (1883-1945)
Cinque Pezzi op. 5
Claude Debussy (1862-1918)
Quartetto in sol minore per archi op. 10
Anton Webern
6 Bagatelle per archi op. 9
Maurice Ravel (1875-1937)
Quartetto in fa maggiore per archi
In una stagione concertistica come quella dell’Unione Musicale, da sempre attenta all’eccellenza, il Quartetto Hagen rappresenta una punta di diamante.
Considerato uno dei migliori quartetti al mondo e ritenuto un modello in termini di qualità del suono, pregio dell’assieme e varietà stilistica, l’Hagen è stato invitato regolarmente dall’Unione Musicale fin dal 1987 e ora ritorna a Torino mercoledì 21 febbraio (Conservatorio Giuseppe Verdi – ore 21), per la prima tappa di un brevissimo tour italiano che prosegue solo con Firenze.
All’inizio erano quattro fratelli, bravissimi e affiatati, cresciuti in una famiglia di musicisti di Salisburgo: ai violini Lukas e Angelika (sostituita nel 1987 Rainer Schmidt), alla viola Veronika e Clemens al violoncello. Avviati a una carriera speciale già quando erano allievi del Mozarteum, gli Hagen festeggiano nel 2018 trentasette anni di carriera insieme, vissuta ai massimi livelli fin primi anni, segnati dalla vittoria in numerosi concorsi internazionali e da un contratto in esclusiva con Deutsche Grammophon, oltre che dalla dedizione nella preparazione e nel perfezionamento di un repertorio sterminato, che oggi è la loro cifra caratteristica.
Negli anni i programmi dei loro concerti, accattivanti e intelligenti, hanno centrato molteplici obiettivi: da un lato hanno consolidato la tradizione interpretativa del repertorio classico (si vedano le loro pluripremiate incisioni dei Quartetti di Mozart e Beethoven), dall’altro hanno ampliato il repertorio con nuovi brani commissionati agli autori di oggi e – dato non scontato – hanno rinverdito pagine poco note, riportandole all’attenzione del pubblico.
A Torino, dopo gli apprezzatissimi concerti dedicati ai Quartetti di Mozart e Beethoven, realizzati rispettivamente nel 2006 e nella stagione 2012-13, il Quartetto Hagen presenta ora un programma incentrato sui grandi autori del Novecento con i Cinque Pezzi op. 5 e le 6 Bagatelle op. 9 di Webern e i Quartetti di Debussy e Ravel, che rappresentano le uniche composizioni per quartetto dei due grandi autori francesi.
In una recente intervista rilasciata in esclusiva per l’Unione Musicale il Quartetto Hagen ha dichiarato: «Il fatto stesso che questi brani siano stati tutti scritti in un arco di tempo piuttosto breve e in un’epoca in cui sono avvenuti cambiamenti drammatici ci ha convinti a mettere insieme queste pagine. D’altra parte l’abbinamento permette di mettere a confronto i diversi tipi di scrittura: quella del quartetto francese, con la sua riflessione sul canone classico, e il pensiero compositivo tedesco proiettato sul futuro della scrittura del quartetto per archi».
I Cinque Pezzi op. 5, del 1909, così come le successive Bagatelle op. 9, sono brani estremamente densi e sintetici, costruiti su “motivi” di una, due, tre o quattro note. Alla dilatazione delle durate (e degli organici) della musica tardoromantica precedente Webern risponde facendo scomparire il concetto stesso di “tema”, cui si accompagna la perdita di ogni riferimento alla tonalità, alla scansione ritmica regolare, all’attenuazione delle sonorità, che raramente toccano il forte. Webern “compensa” con un’attenzione estrema a ogni minimo dettaglio: le minuziosissime indicazioni riguardanti l’intensità e il modo di produrre il suono (armonici, con l’arco, pizzicato, staccato, spiccato, con la sordina, sul ponticello, sul manico, con la punta dell’archetto). Pierre Boulez motivava così la difficoltà di ascolto di queste pagine: «Forse la nostra tradizione occidentale non ci predispone come sarebbe necessario: l’Occidente ha sempre avuto bisogno d’un gesto assolutamente esplicito per capire ciò che gli si vuole significare».
Composto nel 1893, il Quartetto in sol minore op. 10 di Debussy presenta un il linguaggio musicale maturato sui testi poetici di Mallarmé, Baudelaire, Verlaine: cangiante e sfumato, vibra dei riverberi di luce dei dipinti en plain air di Renoir e di Sisley. Il tema sinuoso esposto nelle prime battute circola per tutti i movimenti, richiamando costantemente l’attenzione su di sé e sui suoi sviluppi, e la continua variazione su questo motivo si accompagna a un’infinità di sfumature di tempo, di ritmo, di atteggiamenti strumentali.
Ravel stesso descriveva il suo Quartetto in fa maggiore come un «contrappunto a quattro voci» dettato da una nitida «volontà di costruzione musicale», sia pur ancora «imperfettamente realizzata». Sono parole che ben esprimono un aspetto della poetica raveliana: esattezza costruttiva, trasparenza di scrittura, esigenze di ordine che porteranno il compositore ad autodefinirsi «artificioso per natura». Il Quartetto tuttavia non è tutto qui: i commentatori ne rilevano l’esuberanza inventiva e persino un’impetuosa freschezza giovanile, un oscillare tra rigore e abbandono in un modernissimo gioco di dissimulazione tra opposti livelli.
L’intervista rilasciata dal Quartetto Hagen in esclusiva per l’Unione Musicale può essere consultata alla pagina: https://www.unionemusicale.it/intervista-esclusiva-al-quartetto-hagen/
poltrone numerate, euro 30
in vendita online e presso la biglietteria di Unione Musicale
ingressi, euro 20 e riduzioni per i giovani fino a 21 anni
in vendita il giorno del concerto presso il Conservatorio dalle ore 16
BIGLIETTERIA
Unione Musicale, piazza Castello 29 – 101023 Torino
tel. 011 566 98 11 – info@unionemusicale.it
orario: martedì e mercoledì 12.30-17 – giovedì e venerdì 10.30-14.30
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