mercoledì 21 ottobre 2020 – ore 21
Conservatorio Giuseppe Verdi, piazza Bodoni – Torino
i concerti blu

 Quartetto di Cremona

Cristiano Gualco, Paolo Andreoli / violini
Simone Gramaglia / viola
Giovanni Scaglione / violoncello

Nimrod Borenstein (1969)
Cieli d’Italia
(prima esecuzione assoluta)

Béla Bartók (1881-1945)
Quartetto n. 5

Franz Schubert (1797-1828)
Quartetto in la minore op. 29 n. 1 D. 804 (Rosamunde)

Mercoledì 21 ottobre 2020 (Torino, Conservatorio Giuseppe Verdi – ore 21) ritorna a Torino il Quartetto di Cremona, per l’unica tappa italiana del tour europeo che la formazione sta realizzando a fine 2020 come parte dei festeggiamenti in occasione suoi primi 20 anni di carriera: un traguardo importante per il quale sono stati ideati progetti concertistici e discografici di alto livello. «Abbiamo ultimato un nuovo disco – ha dichiarato il Quartetto in una recente intervista rilasciata in esclusiva per l’Unione Musicale –, studiamo nuovo repertorio, consolidiamo le nostre collaborazioni artistiche. Il modo migliore per festeggiare il nostro primo ventennio in questo difficile periodo è fare gruppo e continuare a mettere tutti noi stessi nell’avventura del Quartetto»

Fin dalla sua costituzione nel 2000, il Quartetto si è affermato come una delle realtà cameristiche più interessanti a livello internazionale e ha ricevuto riconoscimenti come il BBT Fellowship nel 2005 e il Franco Buitoni Award 2019, che vanno a premiare il costante contributo dell’ensemble alla promozione e alla diffusione della musica da camera in Italia e nel mondo.
Conclusa da poco la pubblicazione dell’integrale dei Quartetti di Beethoven che ha conquistato prestigiosi premi discografici tra cui Echo Klassik 2017 e ICMA 2018, il Quartetto di Cremona lancia a novembre 2020 il suo nuovo disco, Italian Postcards, comprendente brani di Mozart, Wolf, Čajkovskij e una nuova composizione di Nimrod BorensteinCieli d’Italia – che verrà interpretata in prima esecuzione assoluta (e in anteprima rispetto all’uscita del cd!) proprio a Torino, per il pubblico dell’Unione Musicale.
Si conferma così il forte legame tra il Cremona e l’Unione Musicale, una delle società concertistiche in cui l’ensemble è cresciuto e dove è regolarmente ospite dal 2007 con 14 concerti, comprendenti anche l’integrale dei Quartetti di Mozart.
«In questi vent’anni abbiamo suonato moltissima musica contemporanea, di autori italiani e non – ci ha raccontato il Quartetto di Cremona nella recente intervista –. Il rapporto con un compositore è ciò che ci manca quando suoniamo i classici. Quale musicista non sogna di poter chiedere a Beethoven come si suoni la sua musica? L’incontro con un bravo compositore ha solo aspetti positivi, ed è l’unico modo per accedere ad un linguaggio che, nella musica di oggi, rispecchia una impressionante pluralità di idee ed estetiche diverse tra loro».

Riguardo al suo brano Cieli d’Italia Nimrod Borenstein scrive: «Nella mia personale cartina geografia del mondo l’Italia è uno dei luoghi del cuore […]. Ho quindi accolto con grande entusiasmo la proposta del Quartetto di Cremona – un ensemble con cui fin dalla nostra prima collaborazione è scattato un colpo di fulmine – di scrivere un brano dedicato all’Italia per l’album del loro ventennale.
Pur durando solo 7 minuti, Cieli d’Italia è un brano intenso che dà la sensazione di avere proporzioni ben maggiori: al suo interno si trovano molti contrasti che, con il loro continuo e spesso imprevedibile mutare, contribuiscono a rendere il brano interessante e a definirne la struttura. Si passa da momenti di etera pace e bellezza a episodi di lotta e disperazione, con interludi giocosi e momenti più introspettivi e melanconici. La mia musica è ricca di melodie che si sovrappongono le une alle altre in un complesso contrappunto ritmico. In tal modo riesco a creare una stratificazione di sentimenti contrastanti che si manifestano in modo simultaneo invece di seguire la tradizionale costruzione cronologica di contrasti […]».

In programma, accanto al brano in prima assoluta, c’è il Quartetto n. 5 di Bartók in un accostamento raffinato che sottolinea la collocazione del compositore ungherese nel panorama del Novecento: «Espressionista ma non dodecafonico, tonale ma non neoclassico, Bartók non si è mai trincerato in problemi esclusivamente lessicali e tecnici. L’uomo moderno lo sente vicino a sé come un compagno di strada, che ha condiviso le sue illusioni e le sue speranze, che ha fatto i suoi stessi errori, che ha subito le sue stesse delusioni e disfatte, che nell’arte non ha mai cercato un rifugio o un’evasione, ma al contrario un mezzo per stabilire il contatto col proprio simile e testimoniare con aperta parola di uomo responsabile delle proprie convinzioni».

Ciò di cui parla con ammirazione Massimo Mila è racchiuso anche nel Quartetto n. 5, composto da cinque tempi, in una struttura ad arco già scelta da Bartók per il Quartetto n. 4. Opera di una vitalità sorprendente, il Quartetto n. 5 è caratterizzato dall’impiego di frammenti melodici che compaiono e scompaiono, come sommersi dalle onde di furiose figure ritmiche.

Conclude il programma il celeberrimo Quartetto in la minore op. 29 n. 1 D. 804 di Schubert che prende il nome di Rosamunde dal tema del secondo movimento (Andante), tratto dalle musiche di scena per il dramma omonimo composto dallo stesso Schubert. La pagina, composta nei primi mesi del 1824, si caratterizza per il ritorno allo spirito del Lied tipico delle opere giovanili di Schubert e a quella «più grande semplicità d’invenzione» cui faceva riferimento anche Schumann parlando degli ultimi lavori del compositore.

Un lungo canto velato di malinconia percorre l’intero Quartetto fin dalla melodia esposta all’inizio dal primo violino e poi sviluppata durante l’intero primo movimento. Tenero e suggestivo l’Andante, lascia il posto al Minuetto, in cui lo spirito del Lied si esprime in tutta la sua dolorosa nostalgia per un mondo ideale di bellezza perduta.

 

BIGLIETTERIA E INFORMAZIONI
ingresso non numerato, euro 20
ridotto giovani (under 21), euro 10

in vendita preferibilmente online oppure presso la biglietteria dell’Unione Musicale il giorno del concerto presso il Conservatorio dalle ore 20.15.

 

Unione Musicale, piazza Castello 29 – 101023 Torino – tel. 011 566 98 11 – info@unionemusicale.it
orario: martedì e venerdì 10.30-14.30 – mercoledì 13-17

 

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