Quartetto Casals
Vera Martinez-Mehner – Abel Tomàs – Jonathan Brown – Arnau Tomàs

 BEETHOVEN. I QUARTETTI

Torino, Conservatorio Giuseppe Verdi, piazza Bodoni – ore 21

mercoledì 5 dicembre 2018 (serie pari)
Ludwig van Beethoven
Quartetto in do minore op. 18 n. 4
Quartetto in do maggiore op. 59 n. 3 (Razumovsky)

Mauricio Sotelo
Quartetto n. 4 Quasals vB–131 – prima esecuzione italiana

 Ludwig van Beethoven
Quartetto in do diesis minore op. 131

 —-

giovedì 6 dicembre 2018 (serie dispari)
Ludwig van Beethoven
Quartetto in fa minore op. 95 (Quartetto Serioso)

Benet Casablancas
Widmung (Quartetto n. 4) – prima esecuzione italiana

Ludwig van Beethoven
Quartetto in si bemolle maggiore op. 130 e Große Fuge op. 133

 

Con i concerti di mercoledì 5 e giovedì 6 dicembre (Conservatorio G. Verdi, ore 21) il Quartetto Casals completa l’integrale dei Quartetti per archi di Beethoven iniziata la scorsa stagione con quattro concerti inseriti nel cartellone dell’Unione Musicale, unico partner italiano del prestigioso network di istituzioni creato appositamente per la realizzazione del progetto che comprende la Wigmore Hall di Londra, la Philharmonie di Berlino, la Gulbenkian Foundation di Lisbona, l’Auditori di Barcellona e che ha toccato anche Vienna, Madrid, Amsterdam e Tokyo.

Il progetto dell’integrale dei Quartetti sottolinea la centrale importanza di queste pagine nell’ambito della produzione beethoveniana, messa in rilievo già da Paul Bekker, uno dei primi e più documentati biografi del maestro di Bonn: «Questa musica da camera per strumenti ad arco è veramente l’asse della psiche creativa di Beethoven, intorno al quale tutto il resto si raggruppa a guisa di complemento e di conferma. Nei Quartetti si rispecchia tutta la vita del musicista, non sotto l’aspetto di confessione personale, quasi di diario, come nell’improvvisazione delle sonate, non nella grandiosa forma monumentale dello stile sinfonico, bensì nella contemplazione serena, che rinuncia all’aiuto esteriore della virtuosità e alla monumentalità delle masse sonore dell’orchestra e si limita alla forma, semplice e priva di messa in scena, di colloqui tra quattro individualità che tra di loro si equivalgono».

Peculiarità del progetto che vede protagonista il Quartetto Casals è però l’esecuzione, in ciascuno dei sei concerti, anche di brani espressamente commissionati ad autori contemporanei dalle varie istituzioni europee aderenti al progetto, opere che permetteranno di osservare il testo beethoveniano attraverso nuova luce e nuove chiavi di lettura.

Il brano commissionato dall’Unione Musicale è stato il Quartetto d’archi B267 richiesto al compositore Giovanni Sollima ed eseguito il 14 novembre scorso. Nei concerti del 5 e 6 dicembre verranno eseguiti in prima italiana il Quartetto Quasals vB–131 di Mauricio Sotelo (ispirato al Quartetto in do diesis minore op. 131 di Beethoven) e il Quartetto Widmung di Benet Casablancas, entrambi compositori spagnoli.

Il concerto di mercoledì 5 dicembre si aprirà con il Quartetto op. 18 n. 4, parte dei giovanili sei Quartetti op. 18 composti tra 1798 e il 1800 e pubblicati nel 1801. La tonalità di do minore di questa pagina in Beethoven è sinonimo di tensione drammatica ed è quella preferita dal compositore in quel periodo; sono infatti in do minore il Trio op. 1 n. 1, il Trio per archi op. 9 n. 3, la Sonata per pianoforte op. 10 n. 1 e la Sonata “Patetica” op. 13. “Patetico”, teso e appassionato è anche questo Quartetto, caratterizzato da schemi formali trasparenti, temi accattivanti e da una tecnica di scrittura che mette in netto risalto il primo violino, ed è fra le meno “progressiste” di tutta la raccolta.
Dopo la stesura dei sei giovanili Quartetti op. 18, l’occasione di dedicarsi nuovamente alla composizione di un quartetto per archi venne per Beethoven dalla commissione del conte Andreas Razumovskij, ambasciatore a Vienna e mecenate. Forte dell’esperienza sinfonica, negli anni successivi all’Eroica Beethoven infonde nei suoi Quartetti op. 59 (Razumovskij) nuova linfa al concetto di quartetto: non più un insieme di quattro strumenti ma un unico strumento esso stesso.
Il Quartetto op. 131 appartiene all’ultimo periodo della produzione di Beethoven (composto tra novembre 1825 e luglio 1826) e rientra tra le “opere tarde”, in cui la successione delle idee, dei temi, delle armonie, segue un filo narrativo diverso rispetto al passato: si ha l’impressione più di un percorso psicologico che non di una “forma” così come ce l’ha consegnata la storia. Secondo Sciarrino «il compositore ci fa partecipi dell’atto creativo; ci introduce nel laboratorio delle sue idee».
Proprio al Quartetto op. 131 di Beethoven è ispirato Quasar vB-131 del compositore spagnolo Mauricio Sotelo (in prima esecuzione italiana), che trae spunto da materiale ritmico, melodico e armonico beethoveniano, che viene trasfigurato in uno spazio dal colore più mediterraneo, caratterizzato da un’iridescenza e luminosità quasi “flamenca”.

Il concerto di giovedì 6 dicembre 2018 si apre con il Quartetto in fa minore op. 95, denominato dallo stesso Beethoven “serioso” forse in riferimento alla coerente severità del contenuto espressivo, al carattere molto stringato, senza fronzoli e un po’ burbero di quest’opera. Ma serioso è chi “si atteggia” a serio, conviene quindi ascoltare questo Quartetto come un campionario di atteggiamenti, un po’ come se qui Beethoven si divertisse a fare Beethoven, passando in rassegna pose, gesti e forme del proprio passato con agile manierismo e mano sicura.
Seguirà la prima esecuzione italiana di Widmung, il quartetto del compositore spagnolo Benet Casablancas, commissionato appositamente dal Quartetto Casals per questo progetto. Composto da una serie di sezioni contrastanti – contemplative, liriche, statiche, vivaci, misteriose – Widmung (in tedesco “dedizione”) è un’opera che include diverse reminiscenze e allusioni, più che vere e proprie citazioni, del Quartetto in si bemolle maggiore op. 130 di Beethoven.
Termina il concerto – oltre che l’intero ciclo dell’integrale dei Quartetti – proprio il Quartetto op. 130 di Beethoven abbinato alla monumentale Grande Fuga op. 133, nata come movimento finale del Quartetto op. 130 e poi resa autonoma perché ritenuta troppo complessa. Composizione di grande impegno e di dimensioni imponenti, la Grande Fuga op. 133 è una delle opere più emblematiche e al tempo stesso enigmatiche del tardo stile beethoveniano. Fu solo il Ventesimo secolo a rivalutare quello che per arditezza e libertà di scrittura e dì concezione, oltre che per ampiezza di proporzioni, è il lavoro contrappuntistico più impegnativo e ambizioso elaborato da Beethoven.

Definito da The Times un «ensemble magnificamente equilibrato, suadente, vigoroso e incredibilmente intelligente», il Quartetto Casals festeggia con il progetto dell’integrale beethoveniana i vent’anni di attività e fa il bilancio del traguardo raggiunto: «Quando eravamo molto giovani, un anziano quartettista ci disse che i primi vent’anni servono per imparare a “suonare insieme” e i successivi venti per imparare a “suonare separatamente”.

[…] allora non capivamo realmente quello che intendesse ma ora stiamo cominciando a capire. I primi vent’anni sono stati un periodo di consolidamento per scoprire la voce del quartetto, trovare il modo di lavorare insieme e di parlare di musica, stabilire le regole che guidano le nostre decisioni […]. Fortunatamente, negli ultimi anni abbiamo cominciato a esplorare le possibilità creative di questo consolidamento, per iniziare quindi a “suonare separatamente”: ci permettiamo più variazioni tra le voci, pianifichiamo meno ciò che accadrà sul palco e siamo più flessibili nel modo in cui prendiamo le decisioni».

Il ciclo completo dei Quartetti di Beethoven verrà anche inciso dal Quartetto Casals e pubblicato da Harmonia Mundi in tre cofanetti in uscita nel 2018, 2019 e 2020, terminando così in coincidenza con il 250° anniversario della nascita del compositore.

Leggi qui tutta l’intervista esclusiva rilasciata dal Quartetto Casals.

 

poltrone numerate, euro 35
in vendita online e presso la biglietteria di Unione Musicale

ingressi, euro 20 e riduzioni per i giovani fino a 21 anni
in vendita il giorno del concerto presso il Conservatorio dalle ore 20.30

BIGLIETTERIA
Unione Musicale, piazza Castello 29 – 101023 Torino
tel. 011 566 98 11 – info@unionemusicale.it

NUOVO ORARIO: martedì e mercoledì 13-17 | venerdì 10.30-14.30

 

 

Segui l’Unione Musicale sui Social Network:

Facebook: https://www.facebook.com/unionemusicale
Twitter: https://twitter.com/unionemusicale
Instagram: https://www.instagram.com/unionemusicale/
Youtube: http://www.youtube.com/unionemusicale