Quando hai capito che la musica avrebbe occupato una parte importante della tua vita?
«Sinceramente fin dall’inizio: in casa si ascoltava tanta musica e mia sorella studiava pianoforte, quindi la mia curiosità è stata stimolata fin da piccolissimo. Da quando ho iniziato a sette anni la mia passione non ha fatto altro che crescere e quando mi sono trovato, dopo aver terminato il liceo, nel bivio tra scegliere anche una facoltà universitaria o continuare esclusivamente il mio cammino con il pianoforte non ho avuto dubbi».

A che punto è il tuo percorso di formazione? Che cosa desideri per il tuo futuro?
«Attualmente sto per terminare il Biennio specialistico in Conservatorio e, dal prossimo anno, mi trasferirò a Londra per frequentare il master presso il Royal College of Music. Sicuramente spero di espandere i miei orizzonti venendo a contatto con un ambiente più internazionale, in una delle città culturalmente più attive al mondo. Dal punto di vista personale punto a espandere il mio repertorio e a partecipare a concorsi importanti».

Qual è il momento più emozionante che ricordi del tuo percorso musicale?
Ne ricordo due in particolare. Il primo risale al mio debutto da solista con l’Orchestra del Conservatorio di Torino, nel quale ho eseguito il Concerto n. 2 op. 21 di Chopin: è uno di quei momenti che un musicista si porta dietro per tutta la vita. Il secondo invece è più recente: la finale del “Premio Venezia”, che mi ha dato modo di suonare nel meraviglioso Teatro La Fenice.

Che cosa diresti a un tuo coetaneo per invitarlo al tuo concerto?
Gli direi di provare a superare il pregiudizio che i ragazzi hanno nei confronti della musica classica. Purtroppo nella nostra realtà, sempre più veloce e spersonalizzata, sembra assurdo dedicare tempo e concentrazione all’ascolto di musica che ci appare così lontana. Sicuramente potrei coinvolgere gente a me vicina, o miei amici, ma non saprei davvero come interessare la massa appartenente alla nuova generazione (ma anche alla vecchia): a mio parere questo è oggi il grande problema della musica classica.

Intervista raccolta da Gabriella Gallafrio per l’Unione Musicale