mercoledì 9 gennaio 2019 – ore 21
Conservatorio Giuseppe Verdi, piazza Bodoni – Torino
serie dispari
Les Vents Français
Emmanuel Pahud flauto
Paul Meyer clarinetto
Gilbert Audin fagotto
Radovan Vlatković corno
Eric Le Sage pianoforte
Michail Ivanovič Glinka (1804-1857)
Trio pathétique in re minore per clarinetto, fagotto e pianoforte
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Otto variazioni in do maggiore per flauto, clarinetto e fagotto sopra «Là ci darem la mano» dal Don Giovanni di Mozart WoO 28
Louis Spohr (1784-1859)
Quintetto per fiati e pianoforte op. 52
Camille Saint-Saëns (1835-1921)
Tarantelle per flauto, clarinetto e pianoforte op. 6
Nikolaj Rimskij-Korsakov (1844-1908)
Quintetto in si bemolle maggiore per fiati e pianoforte
Cinque straordinari solisti, ovvero l’eccellenza degli strumenti a fiato unita all’eleganza e al virtuosismo di un grande pianista di scuola francese: questo è Les Vents Français, ospite nella stagione dell’Unione Musicale mercoledì 9 gennaio 2019 presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino alle ore 21.
Francese per origine, per suono e per tradizione, l’ensemble si è formato quindici anni fa ed è composto da solisti di fama internazionale, prime parti di alcune delle orchestre più famose del mondo, dai Berliner Philharmoniker, dove Emmanuel Pahud è primo flauto da oltre trent’anni, all’Orchestre du Théâtre National di Parigi, alla Radio Symphonie Orchester di Berlino. Insieme a Pahud il quintetto vanta la presenza di Paul Meyer al clarinetto, Gilbert Audin al fagotto, Radovan Vlatković al corno ed Eric Le Sage al pianoforte. Interpreti di un ricco repertorio, alle cui esigenze adeguano il loro organico variabile, tra i loro obiettivi c’è proprio quello di divulgare le grandi opere per fiati, dalle più note a quelle meno eseguite e la loro interpretazione s’inserisce nel solco della raffinata scuola francese che – come afferma Pahud in una recente intervista per “Sistema Musica” – «da una generazione all’altra ha formato i più grandi virtuosi e ha spinto sempre avanti le possibilità espressive, dinamiche e virtuosistiche di questi strumenti».
Già ospiti nel 2014 dell’Unione Musicale, tornano a Torino con un programma che attualmente eseguono in tournée in tutta Europa e che rientra in un più ampio progetto di concerti e incisioni di musica romantica. «Sono pagine di autori russi, tedeschi e francesi che tracciano un percorso attraverso il Continente e le loro tradizioni in circa settantacinque anni di musica. Poi, tre autori su cinque, rendono una sorta di omaggio nascosto all’Italia: Glinka scrisse il suo Trio a Milano per alcuni solisti della Scala, Saint-Saëns con la Tarantelle si immerge nei virtuosismi della danza italiana, Beethoven trae la sua ispirazione dal leggendario sodalizio tra Mozart e il librettista italiano Da Ponte». (Leggi qui l’intervista completa a Les Vents Français)
Il primo brano in programma è il Trio Pathétique composto da Glinka negli anni 1824-1827 e originariamente scritto per clarinetto, fagotto e pianoforte. Pagina di pregevole fattura, tradisce una certa veste accademica, secondo i modelli classici, ma resta pur sempre un documento storico importante, eccezionale nel panorama musicale russo di quel tempo. Seguono le Variazioni sul tema «Là ci darem la mano», originariamente scritte da Beethoven per due oboi e corno inglese ma che possono essere affidate, come in questo caso, anche a flauto, clarinetto e fagotto. Eseguite per la prima volta nel 1797 al Teatro di Corte, sfruttano tutte le possibilità dinamiche ed espressive degli strumenti a fiato, possibilità che attrassero molto Beethoven che infatti, nel 1796, compose anche il Quintetto per pianoforte e fiati op. 16 e il Sestetto per fiati op. 71.
Omaggio all’Italia è la Tarantelle op. 6 per flauto e clarinetto, dedicata da Saint-Saëns ad alcuni solisti dell’Opéra parigina nel 1857 e in seguito completata con accompagnamento di pianoforte. Il compositore, a soli ventidue anni, dimostra temerarietà nell’impiego del clarinetto come strumento solista, opzione che in Francia fu ignorata da quasi tutti gli autori fino a metà del XIX secolo. Il concerto si conclude con il Quintetto in si bemolle maggiore composto da Rimskij-Korsakov nel 1876, in occasione della partecipazione a un concorso di composizione indetto dalla Società Russa. Il brano, che non ebbe successo durante la competizione ma che fu poi accolto favorevolmente dal pubblico dei concerti, mette a frutto l’esperienza maturata dal compositore russo durante il suo incarico di ispettore delle bande musicali delle flotte del Mar Baltico e del Mar Nero ricoperto fino a pochi anni prima e che gli consentì di acquisire una profonda conoscenza della tecnica degli strumenti a fiato.
BIGLIETTERIA
poltrone numerate, euro 35
in vendita online e presso la biglietteria di Unione Musicale
ingressi, euro 20 e riduzioni per i giovani fino a 21 anni
in vendita il giorno del concerto presso il Conservatorio dalle ore 20.30
Unione Musicale, piazza Castello 29 – 101023 Torino – tel. 011 566 98 11 – info@unionemusicale.it
orario: martedì e mercoledì 13-17 – venerdì 10.30-14.30
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