RossoPorpora Ensemble è nato nel 2010 come collettivo di giovani musicisti: da quali desideri e con quali obiettivi è nato il gruppo?
«RossoPorpora Ensemble è un gruppo formato da giovani musicisti raccolti intorno all’idea di dar vita a un organismo musicale strutturato come una cappella musicale rinascimentale. Inizialmente formato da cantanti, un insieme strumentale e un gruppo di basso continuo, dal 2011 all’interno del gruppo è nato un sestetto vocale che affronta il repertorio madrigalistico. Al necessario studio della prassi esecutiva l’ensemble ha da subito affiancato una particolare attenzione alla restituzione dei significati profondi dei testi cantati, facendo di ciò la propria cifra stilistica».

 I giovani musicisti dell’ensemble che tipo di formazione hanno? Vengono selezionati o aderiscono ad un progetto/carta di intenti?
«I musicisti che prendono parte al progetto hanno prevalentemente una formazione accademica di alto livello svolta in Italia e all’estero, ma la prerogativa fondamentale è che aderiscano alle peculiarità stilistiche del gruppo per far sì che si crei un sentire comune e una identità artistica originale e ben definita».

Sotto la guida di Walter Testolin RossoPorpora ha raggiunto importanti traguardi e prestigiosi premi discografici. Quali sono le caratteristiche che vi distinguono dalle altre formazioni attive nell’ambito della musica antica?
«RossoPorpora si esprime attraverso diverse formazioni: un coro da camera, un gruppo di basso continuo, un insieme strumentale e un sestetto madrigalistico. Grazie all’elasticità del proprio organico l’ensemble affronta un vasto repertorio che va dal madrigale alla musica da chiesa del tardo Rinascimento, dalle cantate a voce sola con continuo fino all’Oratorio e all’Opera barocca, avendo come filo conduttore un’estrema attenzione alla restituzione, anche emozionale, dei significati profondi dei testi cantati, vero e proprio marchio di riconoscimento del proprio fare musica. Il nostro approccio, inoltre, tenta di abbattere la “quarta parete” attraverso piccole caratterizzazioni sceniche fatte di movimenti, semplici scenografie, l’abolizione del leggio; azioni concrete e misurate atte a entusiasmare noi stessi e il pubblico, creando una comunicazione autentica e diretta».

 Come nasce l’originale programma che presentate a Torino, intitolato “Il PO SI VESTE. Madrigali lungo il grande fiume”?
«Il Po si veste si presenta come un viaggio musicale lungo il fiume intorno alle cui rive si è sviluppato il madrigale, genere musicale-poetico che costituisce una parte fondamentale dell’arte musicale italiana nonché una delle sue gemme più preziose. Le tappe del viaggio saranno la Ferrara estense (regno musicale di Luzzasco Luzzaschi e ambizione di Carlo Gesualdo), la Mantova dei Gonzaga – dove furono attivi Giaches de Wert e il “divino” Monteverdi – e poi Cremona, estremo lembo meridionale del ducato milanese, la Parma dei Farnese dove operò Cipriano de Rore, per giungere infine all’estrema raffinatezza della musica di Sigismondo D’India, compositore attivo nella Torino sabauda».

 Come avete festeggiato (o festeggerete…) i primi 10 anni di attività del gruppo?
«È prevista una nuova importante uscita discografica che speriamo possa entusiasmare il pubblico che ci segue o ci seguirà!»

 

Intervista raccolta da Laura Brucalassi per l’Unione Musicale