Come è nato l’Ensemble e da cosa trae spunto il nome “La Belle Noiseuse”?
«L’Ensemble è nato a Basilea in seno alla Schola Cantorum Basiliensis, o più precisamente nella caffetteria della scuola, visto che ogni ricerca storico-musicale prevede delle pause caffè. Il desiderio di esplorare il repertorio sonatistico tardobarocco ha fatto da traino per questo progetto, i cui strumenti caratterizzanti sono le tastiere storiche e gli archi gravi per il basso continuo, due violini e voci. L’Ensemble La Belle Noiseuse deve il suo nome a una novella di Honoré De Balzac, Le Chef- d’oeuvre inconnu. Tema del racconto è la ricerca della bellezza assoluta come modello per l’arte, la tensione dell’artista nel tentativo di riprodurla. Noiseuse, termine ormai in disuso, indica “colei che arreca disturbo, produce rumore”».

Come vi siete avvicinati a questo tipo di repertorio? Quali stimoli può dare a un giovane interprete e all’ascoltatore contemporaneo?
«La Sonata a tre è una delle forme dialogiche più riuscite della storia della musica, un modello chiaro e in qualche modo rassicurante. Dopo aver letto la SonataDialogo tra un Sanguineo ed un Malinconico” di C.P.E. Bach siamo rimasti sbalorditi ed entusiasti dalla modernità teatrale che l’autore trae dalla musica. Da interpreti, siamo sicuri che questo repertorio sia una fucina creativa di mezzi espressivi, fantasia e sperimentazione. Ci auguriamo che arrivi agli ascoltatori la freschezza di quel modo di concepire la musica, così personale, così intimo nel suo essere una sorta di “teatro da camera”».

Ci illustrate il programma I quattro temperamenti in musica?
«Il nostro programma I quattro temperamenti in musica propone un percorso monografico sull’opera cameristica di C.P.E. Bach e poggia la sua ricerca su due linee-guida principali: da un lato la teoria delle passioni, che ha guidato la ricerca psicologica e medica fin dai tempi di Aristotele, e dall’altro il modo in cui Emanuel Bach può esserne stato consapevole. Il programma guiderà l’ascoltatore attraverso diverse passioni, o temperamenti, resi in forma musicale: sanguigno, malinconico, collerico e flemmatico.
La Sonata a tre “Gespräch zwischen einem Sanguineus und Melancholicus” (“Dialogo tra un Sanguineo e Melancolico”) è stata il nucleo attorno al quale si è sviluppato questo programma, poiché mostra esattamente il modo in cui Emanuel comprese la teoria delle passioni. Sanguineus e Melancholicus hanno una conversazione ritratta in musica (Emanuel indica verbalmente, nella prefazione, cosa significhino esattamente i gesti musicali) e i loro caratteri sono rivelati durante il brano.
Gli altri pezzi in programma passano in rassegna gli altri temperamenti per inserire il “Gespräch” in una prospettiva più ampia, mentre immaginiamo che tipo di musica Emanuel avrebbe scritto per gli altri temperamenti».

Che consigli vi sentite di dare a un giovane che desideri approfondire il repertorio barocco?
«Il nostro consiglio è di trovare al più presto validi colleghi! Crediamo che, a differenza del repertorio tipico della musica “classica”, la forza vitale del Barocco stia nello sperimentare, nel confronto tra gli esecutori delle linee melodiche e il variegato gruppo del basso continuo e anche nell’avere il coraggio di “buttarsi” e di improvvisare, cioè conoscere le regole per liberare la propria fantasia e creatività. E in un istante un canovaccio di poche note diventa la Roma sfarzosa e dorata in cui operava Corelli…».

Che consigli vi sentite di dare a un giovane che desideri approfondire il repertorio barocco?

«Il nostro consiglio è di trovare al più presto validi colleghi! Crediamo che, a differenza del repertorio tipico della musica “classica”, la forza vitale del Barocco stia nello sperimentare, nel confronto tra gli esecutori delle linee melodiche e il variegato gruppo del basso continuo e anche nell’avere il coraggio di “buttarsi” e di improvvisare, cioè conoscere le regole per liberare la propria fantasia e creatività. E in un istante un canovaccio di poche note diventa la Roma sfarzosa e dorata in cui operava Corelli…».

Intervista raccolta da Gabriella Gallafrio per l’Unione Musicale