Anastasia Kobekina, per il concerto di Torino suo partner sarà Jean-Sélim Abdelmoula. Come vi siete incontrati? Come è nata la vostra sintonia artistica?
«Ci siamo conosciuti qualche anno fa in Inghilterra, alle masterclass organizzate da IMS Prussia Cove, dove io seguivo le lezioni di Steven Isserlis e Jean-Sélim quelle di András Schiff. È stato proprio Schiff, conoscendoci entrambi, a suggerirci di suonare insieme. Da allora ci esibiamo regolarmente in duo».
In un’intervista per “The Strad” lei ha definito il suo suono come “non il tipico suono russo”. Può spiegarci questa affermazione? Quali influenze sono state importanti nel suo percorso di formazione?
«Musicalmente mi sono formata in Russia, Germania e poi mi sono perfezionata in Francia: è difficile dire quale “scuola” rappresenti maggiormente il mio modo di suonare. Speriamo un buon mix! La mia ricerca è orientata verso un suono il più espressivo possibile, che possa parlare al cuore e all’immaginazione delle persone».
Abbiamo letto che la musica da camera è una sua passione, perché? Cosa le dona in più rispetto a suonare come solista?
«Penso che la musica da camera sia la più bella opportunità offerta ai musicisti: è una forma meravigliosa di comunicazione attraverso la musica. Nella musica da camera, infatti, è importante dare spazio ai nostri partner, ascoltare attentamente ciò che essi fanno e reagire rapidamente. Se i politici suonassero musica da camera, giungerebbero sicuramente ad accordi migliori!».
Tra le composizioni in programma per il concerto di Torino, ce n’è una che preferisce? C’è un filo comune che attraversa i vari brani?
«Sono tre capolavori del repertorio, li amo tutti. Le Sonate di Brahms e di Franck furono scritte nello stesso anno, il 1886, ed esprimono in modo diverso una vastissima gamma di emozioni. Rappresentano l’essenza dello spirito romantico tedesco e francese (poiché Franck visse quasi tutta la sua vita in Francia)… è interessante eseguirle insieme: quale fra questi due stili ci parla di più?».
Intervista raccolta da Gabriella Gallafrio per l’Unione Musicale