Quando e in che occasione si è formato il vostro gruppo?
Abbiamo cominciato a suonare insieme nel 2013, inizialmente abbastanza per caso. Io (Lorenzo) ed Edoardo eravamo compagni di solfeggio e mi era capitato di accompagnarlo in qualche occasione. Abbiamo allora chiesto a Francesco di unirsi a noi per formare un trio e abbiamo iniziato a studiare sotto la guida del maestro Marco Zuccarini. L’esperienza cameristica ci è piaciuta molto, per cui abbiamo deciso di continuare a suonare insieme.
Nei mesi scorsi avete partecipato ad Amadeus Factory, il talent dei giovani artisti dei Conservatori italiani, arrivando in finale. Cosa ha rappresentato per voi questa esperienza?
L’esperienza ad Amadeus Factory, a cui abbiamo partecipato negli scorsi mesi, è stata per noi di grande interesse, non solo per il risultato conseguito che ci ha molto gratificati, ma anche per la possibilità avuta di incontrare brillanti studenti di musica da tutta Italia tra i concorrenti e di interagire più a fondo con i nostri giurati. Il ricordo più bello è infatti legato al workshop di due giorni con Enrico Bronzi, in cui abbiamo ricevuto preziosi consigli e abbiamo conosciuto meglio i nostri compagni. Amadeus Factory è stata una delle rare occasioni nell’ambito dei concorsi di rompere la barriera tra giuria e candidato e anche tra gli stessi candidati “avversari” e i risultati sono stati davvero positivi. Come ci piace ripetere spesso, ci è sempre suonato un po’ bizzarro e improprio l’appellativo talent riferito a un concorso di musica classica: nonostante il format televisivo e l’approccio simile ad altri talent show come Xfactor o Masterchef, Amadeus Factory ha messo in luce la profondità e la ricerca infinita dello studium della musica classica, la cui riduzione a talent, cioè a un’esibizione delle proprie qualità innate, compie quasi violenza nei riguardi del lavoro e della fatica necessari al percorso dell’aspirante musicista. Diceva Michelangeli che “essere musicista è una concezione che non può basarsi sulle buone intenzioni, né sul talento naturale. Bisogna avere prima di tutto uno spirito di sacrificio inimmaginabile”.
Quali progetti avete per il prossimo futuro?
Nel nostro futuro abbiamo intenzione di tentare diversi concorsi, che sono a oggi uno dei pochi canali di affermazione per gli studenti, per questo stiamo cercando di costruire un repertorio ad hoc. Abbiamo diversi progetti di studio, sia individuali sia come Trio, e c’è la volontà comune di continuare questo percorso insieme. Siamo consapevoli delle difficoltà legate all’affermazione professionale in questo settore ma speriamo con impegno e dedizione di riuscirci.
Che cosa vi piace ascoltare?
Ovviamente dipende dai contesti, ma tendenzialmente ascoltiamo di tutto, con una naturale predisposizione per la musica classica. Ultimamente non capita di rado alle prove di sederci insieme e ascoltare la straordinaria produzione cameristica di Šostakovič o le incantevoli incisioni del Trio di Trieste di Schubert e Schumann.
Che cosa direste a un vostro coetaneo per invitarlo a frequentare i concerti di musica classica?
La musica classica, per noi che la studiamo, rappresenta il massimo grado con cui la bellezza si rende manifesta nei nostri cuori. Approcciarsi alla musica classica è un modo per conoscere la storia, l’arte e il pensiero che coinvolgono la mente e tutti i sensi. È necessario che i nostri coetanei riscoprano il gusto di questo incontro, ma avvicinarli non è semplice. Il punto di partenza è sfatare il falso mito che la bellezza si spieghi da sé e non necessiti di intermediari per essere compresa. Per avvicinare un nostro coetaneo alla musica classica bisognerebbe rendere quest’ultima fruibile, vicina, comprensibile, così da condurre l’ascoltatore all’immedesimazione. Noi pensiamo che i concerti per essere goduti appieno da un pubblico inesperto debbano sempre essere introdotti. Da un punto di vista sociale i provvedimenti potrebbero essere molti, ma probabilmente il grosso del lavoro dovrebbe essere svolto nell’istruzione pubblica.
Intervista raccolta da Gabriella Gallafrio per l’Unione Musicale
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