Il Quartetto si è formato nel 2016, quali sono le tappe fondamentali del vostro percorso artistico? C’è un momento particolarmente emozionante da ricordare?
«Come tutti i giovani musicisti di oggi, anche noi abbiamo sfidato la concorrenza sin dalla fondazione del Quartetto. Come per ripagare i nostri brevi ma intensi sforzi abbiamo ottenuto buoni risultati, e stiamo vivendo la nostra vita come artisti attivi suonando in varie parti del mondo.
Molte cose sono successe negli ultimi sei anni, ma il momento che ancora ricordiamo è quello in cui abbiamo suonato Beethoven durante la Wigmore Hall Competition nel 2018. L’acustica della sala e l’energia del pubblico che respirava con noi sono tutti elementi che hanno reso l’esperienza davvero emozionante. Probabilmente questo rimarrà un momento indimenticabile nella nostra vita».

Come è cambiata la vostra vita dopo aver vinto il Concorso Wigmore Hall di Londra?
«I concorsi sono molto importanti per i giovani musicisti. Molti appassionati di musica classica conoscono giovani musicisti e giovani gruppi proprio attraverso i concorsi. Il nostro quartetto era stato fondato solo un anno e mezzo prima, quindi attraverso il concorso Wigmore Hall abbiamo anche fatto conoscere il nostro nome. In seguito alla vittoria si sono aperte molte opportunità e siamo state invitate a tenere molti concerti in diversi paesi del mondo.
Il più grande cambiamento nella nostra vita è… che viaggiamo molto! Viaggiamo e suoniamo in tutto il mondo. È un grande piacere incontrare il pubblico che ascolta la nostra musica per la prima volta ed è una grande ispirazione per noi sperimentare culture diverse viaggiando. E siamo anche molto felici di condividere esperienze e bei ricordi».

Quali sono i vostri prossimi obiettivi?
«Di recente ci è stato detto da alcuni giovani quartettisti che hanno guardato i nostri video su YouTube molte volte e hanno persino copiato la maggior parte delle nostre diteggiature e arcate. È una cosa grandiosa essere un modello per i giovani, ma allo stesso tempo ci sentiamo responsabili dello sviluppo della nostra identità e interpretazione.
Da quando abbiamo iniziato a suonare insieme nel 2016, abbiamo già imparato molto repertorio da background diversi. Uno dei grandi vantaggi di suonare in un quartetto d’archi è che saremo potremo continuare a crescere insieme, anche se non studiamo più in una scuola di musica, studiando nuovi lavori, ritornando a lavorare sul vecchio repertorio, provando e confrontandoci l’una con l’altra. Il nostro obiettivo è proseguire così per decenni, diventando un quartetto d’archi ben consolidato.
Abbiamo alcuni interessanti progetti imminenti; uno di questi è il nostro primo concerto con orchestra. Suoneremo Absolute Jest di John Adams, con la Hong Kong Philharmonic Orchestra e la Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra diretta da John Adams, durante le prossime due stagioni. Non vediamo l’ora di imparare e suonare questo meraviglioso lavoro!».

Che consigli pensate di poter dare ai giovani che vogliono dedicarsi alla professione di musicista?
«Essere un musicista potrebbe non essere sempre molto gratificante. È un percorso difficile e non è necessariamente il più frequentato e quindi non immediatamente apprezzato. Tuttavia la musica è un dono unico che dovremmo apprezzare e di cui dovremmo approfittare. Come musicisti crediamo che sia importante trovare il giusto equilibrio tra l’essere umili e l’essere orgogliosi. Apprezziamo ciò che di unico c’è nell’essere umani e condividiamolo!»

A Torino suonerete due capolavori di Debussy e Caikovskij: come avete scelto questi due brani? Fanno parte del vostro consueto repertorio? Ci sono dei “fil rouge” tra le opere in programma?
«Sembra che Debussy sia stato molto ispirato dalle opere d’arte, oltre che dalla musica orientale. Ci piace pensare che per creare il suo stile abbia preso come ingredienti colori e profumi delle arti orientali (compresa la musica) e li abbia sapientemente miscelati. Nelle sue armonie possiamo ritrovare il suo modo originale di scrivere con “spezie” impressionistiche, romantiche e un po’ orientali. Il secondo movimento, con i pizzicati che hanno ispirato il Quartetto d’archi di Ravel, è davvero molto divertente da suonare.
Il Quartetto di Cajkovskij include il famoso Andante Cantabile che è famoso per aver commosso il grande scrittore russo Tolstoj. La musica di Čajkovskij è sicuramente romantica, con sfumature popolari e rustiche e talvolta è anche aristocratica. In questa musica si avvertono i suoni della campagna russa e talvolta anche quelli dell’enorme palazzo dello zar. Abbiamo appena registrato questa musica per il nostro secondo album in cd che uscirà a febbraio 2023. Cercheremo di presentare questi due grandi lavori tratteggiando le immagini che abbiamo in mente».

Intervista raccolta da Gabriella Gallafrio per l’Unione Musicale