Quale brano/i del programma che presentate a Torino amate particolarmente e perché?
Presentare tutti i Quartetti di Mozart è un’occasione speciale perché, effettivamente, non si sentono spesso. Questo permette di seguire al meglio l’evoluzione del genio di Salisburgo. Personalmente amo moltissimo il primo Quartetto che Mozart ha composto, il k. 80 – “Lodi”,  perché trovo che, certamente grazie al miracolo del talento che lo caratterizzava, questo lavoro ci dice cosa è e ciò che diventerà Mozart. In una piccola, timida, prima opera c’è tutto! La cantabilità, la disarmante inventiva melodica, la bellezza, il gioco, l’ironia e una forte propensione a un linguaggio e a un dialogo operistico. Non smetterei mai di ascoltarlo!

Come affrontate il lavoro di studio ed esecuzione dell’integrale dei Quartetti di Mozart?
Affrontiamo lo studio come sempre e come affrontiamo tutto: in modo rigoroso e disciplinato, discutendo su ogni aspetto, sia musicale sia tecnico, nell’obiettivo di sviscerare tutto quello che riteniamo migliorabile nel tentativo di “riportare in vita” ognuno di questi capolavori.

Qual è il suo rapporto con i social media?
Per me – dichiara Simone Gramaglia – i social media sono un mezzo fondamentale e imprescindibile di comunicazione e divulgazione. Fanno parte di noi, “sono noi” per certi aspetti.
Raccontare ciò che accade in modo sempre onesto attraverso tweet, foto e brevi post è il modo migliore per rimanere in contatto con chi ama certe cose.  Credo di essere stato il primo in Italia a creare un profilo Facebook per il Quartetto tanto anni fa (a discapito del mio che per anni non ho avuto), quando ancora non c’era grossa attenzione a questi aspetti della comunicazione. È stato bello vederlo crescere e soprattutto poter condividere, tramite i social media, arte e cultura.
L’uomo è una creatura sociale e i social media sono una delle più grandi invenzioni e mezzi che egli possa utilizzare!