Nel vostro DNA c’è l’apertura a ogni genere musicale, dal punk alla tecno alla musica antica. Che rapporto mantenete con la “classica” tradizionalmente intesa e il suo pubblico?
Sembrerà paradossale, ma il rapporto con la classica, nel momento in cui si collabora con alcune realtà extraclassiche come gli Africa Unite, si intensifica, o quantomeno il classicismo in musica diventa la bussola da cui non va mai distolto lo sguardo (nel caso specifico l’orecchio…).
Ampliando l’orizzonte mentale e uditivo in senso lato immaginiamo di escludere la timbrica strumentale (es: niente batteria ma neanche il violino), l’interpretazione, l’andamento ritmico. Rimangono solo le note. Ebbene: in molti generi extraclassici c’è più classicismo di quello che si può immaginare a un primo e superficiale ascolto. Gli Africa Unite ne sono un esempio.

Come è nata la vostra collaborazione con Africa Unite?
Nel 1999 nasce il progetto “Le Macchine vs Le Corde” con Madaski, e da quel momento non si è più interrotta la collaborazione, né il filo conduttore di suoni e ricerche per creare progetti insieme. Poi è nato il progetto “Corde in Levare” con gli Africa Unite nel 2003.

Che cosa dell’esperienza già fatta con Africa Unite è presente in OFFLINE? Quali le novità?
Per quanto riguarda gli Architorti, se escludiamo alcune sequenze armoniche e passaggi di controcanti ripresi dal progetto “Corde in levare” del 2003, tutto il resto è nuovo. Anche il protocollo di progetto e creatività è diverso dalle esperienze precedenti. Per la prima volta si lavora in preproduzione.

Come sono nate le musiche di OFFLINE?
Le musiche sono tratte dal repertorio Africa Unite, alcune anche inedite. La missione di Architorti è dare valore poliedrico a testi e melodie sempre e solo sentite in una cornice reggae. È mettere in mostra il lato “classico” della musica degli Africa Unite, che c’è, ha valore ed è molto forte. Testo, melodia e danza, fuse insieme, sono il fine ultimo di questa esperienza ad alto rischio. Architorti ha il compito di alimentare una fornace che deve stare sempre accesa. Noi tutti crediamo in questo, altrimenti… non avremmo neanche iniziato.

Intervista raccolta da Laura Brucalassi per l’Unione Musicale