Quali tra gli insegnamenti ricevuti in ambito musicale reputate sia stato più prezioso?
Il mio percorso di studi votato alla musica da camera mi ha portato a sviluppare più di tutto la capacità d’ascolto. Penso sia uno degli insegnamenti più preziosi e una delle qualità più grandi di una persona, non solo di un musicista. La volontà e la predisposizione ad ascoltare ciò che un collega sta esprimendo con lo strumento e con la propria sensibilità è una caratteristica imprescindibile per fare musica con una comunione d’intenti autentica.

Qual è stato (e qual è tutt’ora) il ruolo della musica nel vostro sviluppo personale? Quando e perché avete scelto di diventare musicisti professionisti?
Da sempre la musica ha rappresentato una sfida con me stessa e con i miei limiti. Ho sempre avuto un rapporto molto controverso con il violino e di riflesso con la mia autostima. Credo che superando alcuni ostacoli nel percorso musicale, io abbia fortificato il mio carattere e abbia imparato a credere anche in me stessa. La passione per quello che faccio e l’amore per la musica da camera mi ha poi indirizzata nella scelta della professione. Gradualmente mi sono resa conto che non avrei saputo far altro con la stessa energia, la stessa passione e lo stesso slancio.

Che cosa rappresenta per voi tenere un recital per un ente dalla lunga tradizione come l’Unione Musicale, insieme a musicisti affermati?
Suonare in una stagione così importante per me significa aver raggiunto un grande traguardo. Significa poter esprimere pienamente ciò che abbiamo da dire con il nostro quartetto ad un pubblico attento e preparato, lavorando con il sostegno e il supporto dei nostri insegnanti, che hanno sempre creduto in noi e con i quali avremo il piacere di suonare il pezzo di De Falla in chiusura del concerto.