Quali sono gli obiettivi dei “laboratori immersivi” Ateliebebè?
L’obiettivo principale è mettere al centro la musica attraverso il canto. Gli adulti possono stare in silenzio o cantare gli accompagnamenti ostinati che proponiamo, alcuni sono a loro agio altri meno forse, ma sono i bambini i veri protagonisti. Mi sorprende sempre il silenzio che c’è durante i nostri incontri! A volte qualche piccolo emette un vocalizzo, alcuni voglio muoversi ma sempre all’interno del setting. Per esempio se parlassimo di qualunque altro argomento, sarebbe impossibile tenere i bambini così attenti e questo i genitori lo sperimentano… e credo che continuino a cantare anche uscendo e in seguito.
Secondo la tua esperienza umana e professionale, quale pensi che sia il ruolo della musica nello sviluppo di una persona?
La musica è catarsi, ci fa ascoltare fuori e dentro noi, ci permette di allacciare ponti! In sintesi: di non essere soli. Quindi la musica ci dà modo di crescere connessi a noi stessi e agli altri: queste sono le condizioni ideali per lo sviluppo di una persona.
In che modo il fatto di essere papà ha influito sul tuo approccio nel progettare e realizzare le attività per i bambini?
Sono papà due volte! Ho capito che cantare fa bene ai genitori, ai nonni, agli educatori e a tutti coloro che amano o accudiscono e i bambini dimostrano interesse! Quando mi approccio ai bambini per cantare e fare musica so che andrà tutto bene, che sarà speciale.
Quali sono le opportunità per chi come voi si rivolge ad un “pubblico” di bambini? Quali i rischi?
Educare alla musica i bambini come facciamo noi è un grande privilegio: i bambini sono i germogli della vita e arricchiscono tutti noi. Il rischio è che non vengano compresi i nostri percorsi da parte dei genitori, in quanto sviluppano la musicalità che sta alla base della crescita strumentale.
Generazioni di bambini crescono guardando cartoni animati che usano la musica classica, ma spesso non sanno neppure di averli ascoltati… Come favorire il contatto di bambini e ragazzi con la classica?
Credo che la grande cultura della musica classica sia adatta all’ascolto dei bambini se proposta in breve durata e ben contestualizzata. Dai cartoni animati alla musica dal vivo, senza preconcetti, ma in modo proporzionato alla loro attenzione. Ascoltare musica d’arte può essere davvero una bella esperienza per i bambini!
Intervista raccolta da Laura Brucalassi per l’Unione Musicale
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