Qual è stato (e qual è tutt’ora) il ruolo della musica nel suo sviluppo personale?
Onestamente da piccolo non ascoltavo molta musica, ma quella che ascoltavo era musica classica e barocca. Andavo matto per le Stagioni di Vivaldi. Mi sono avvicinato alla musica tardi, ma mi ha appassionato quel mondo così etereo e allo stesso tempo così concreto. Per non parlare del canto. Son sempre rimasto affascinato da come la voce umana si potesse piegare per creare suoni così ricchi e belli. Per me la musica è una continua ricerca, per trovare e per trovarsi. Insomma, un viaggio anche dentro se stessi.
Quando e perché ha scelto di diventare un cantante? In alternativa che cosa avrebbe voluto fare?
Ho scelto di diventare cantante perché non potevo pensare di fare altro. Pensavo sempre alla musica anche quando lavoravo. Mi ritrovavo a canticchiare arie d’opera, Lieder, brani corali. I miei studi universitari mi hanno portato a conseguire prima una Laurea in Biotecnologie Mediche e poi la Specializzazione in Microbiologia e Virologia presso l’Università degli Studi di Torino. Penso che se non avessi scelto la strada della musica avrei lavorato in un laboratorio facendo ricerca o gestendo la routine ospedaliera di un laboratorio di microbiologia.
A che punto è il suo percorso di formazione? Che cosa desidererebbe per il suo futuro?
Attualmente sto per concludere il mio triennio in musica vocale da camera sotto la guida di Erik Battaglia. Nel mio futuro mi piacerebbe poter lavorare come cantante d’opera, potendo affiancare un’attività di cantante da camera.
Che cosa le piace ascoltare?
Mi piace ascoltare un po’ di tutto. Ho predilezione per la musica leggera anni Ottanta, soprattutto rock. Ho un grande amore per i Queen. Mi piace ascoltare i Lieder dei grandi del repertorio liederistico (Schumann, Schubert, Wolf, Strauss, per citarne alcuni), le arie d’opera di belcanto, Mozart o Rossini principalmente, le composizioni corali classiche e contemporanee, e le sinfonie (Mahler in primis).
Che cosa rappresenta per lei potersi esibire per un ente dalla lunga tradizione come l’Unione Musicale?
Per me è un grande onore e un privilegio. Credo che l’Unione Musicale abbia veramente a cuore la divulgazione della musica classica. Sono veramente contento di poter essere uno di coloro che contribuirà a questo progetto.
Intervista raccolta da Gabriella Gallafrio per l’Unione Musicale
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