Il Quartetto di Cremona ha avuto illustri maestri: alla luce della vostra attuale carriera internazionale, quali insegnamenti reputate siano stati più preziosi?
È vero, abbiamo avuto la fortuna di lavorare con splendidi maestri. Ovviamente gli insegnamenti preziosi sono stati tanti e non solo musicali. Quello che ci è servito di più lo dobbiamo al nostro maestro Farulli che alla fine dell’ultima lezione che facemmo, a Pratolino, quando ormai cominciava ad essere stanco, guardandoci negli occhi ci disse che, una volta convinti della nostra strada e delle nostre scelte, avremmo fatto bene a seguirle indipendentemente da tutto e da tutti. L’espressione che usò era più colorita ma non è il caso di riportarla qui…
Siete attivi anche come didatti: che cosa consigliereste (o consigliate) a dei giovani che vogliono intraprendere la strada del musicista da camera?
Di farlo solo se hanno passione, voglia di divertirsi, di stare insieme e di suonare il repertorio più bello del mondo. E di non prendersi mai troppo sul serio. Altrimenti non si conclude nulla e ci si sfascia presto.
Le parole di Theodor Adorno: «Il primo passo per eseguire correttamente la musica da camera è di imparare a non mettersi in luce, a tirarsi indietro. L’insieme non si realizza con l’auto affermazione imperiosa delle singole parti, che produrrebbe un barbarico caos, ma riflettendo su se stessi e ponendosi dei limiti» che cosa suscitano in voi?
Noia. Ecco cosa suscita. Una delle tante accademiche e pompose definizioni sul quartetto. Espressione di un esagerato bisogno di dover definire tutto. Ce ne sono a bizzeffe. Anche un bambino comprenderebbe che il disaccordo tra le parti “produrrebbe un barbarico caos”. Penso che il nostro mondo abbia bisogno di altro. Di qualcosa di fresco. Che aiuti tutti ad avvicinarsi a questa disciplina senza avere l’impressione di entrare in un castello cadente, fuori moda e pieno di ragnatele. Direi invece che il primo passo per “eseguire correttamente la musica da camera” sia quello di voler suonare insieme, per stare insieme, divertirsi, passare il tempo anche sovrastandosi, all’inizio. Tanto il resto, se deve venire, viene poi da sé.
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