Il programma del concerto che eseguirà a Torino con Naoko Sonoda va dalla musica classica a quella contemporanea: può parlarci dei brani che eseguirà? Perché ha scelto di metterli insieme? Da chi sono realizzate le trascrizioni?
Fondere un repertorio noto con opere più contemporanee e poco conosciute è una cosa che mi piace molto fare poiché dà all’ascoltatore la possibilità di godere di un pezzo o di un compositore che gli è familiare, stimolandolo ad avere una mente aperta e allo stesso tempo a sperimentare musica che potrebbe non aver mai sentito prima. Naturalmente tutto questo deve essere fatto in modo coeso e credo che il programma che presenterò a Torino abbia queste qualità.
La trascrizione della Sonata per violino di Ravel è stata realizzata da Christian Proeske. Per quanto riguarda il brano di Gershwin, ho basato la parte del violoncello sulla trascrizione per violino di Heifetz, modificando alcune parti che non si adattavano perfettamente al violoncello.
Quando ha conosciuto la pianista Naoko Sonoda? Suonate spesso insieme?
Abbiamo iniziato a suonare insieme nel 2016 e suoniamo insieme molto spesso. È la mia principale partner in duo ogni volta che faccio un recital con il pianoforte e abbiamo un grande sintonia dal punto di vista musicale.
Come giovane interprete, come si approccia al pubblico? Crede che oggi i giovani siano interessati al mondo della musica classica?
Ciò che desidero è che il pubblico si concentri sulla musica che viene presentata e non aspetti futili. Personalmente i concerti che mi hanno segnato di più sono quelli in cui si percepiva che l’artista si rivolgesse al suo pubblico con la massima sincerità; questo può significare recitare la poesia più bella o dire la più brutta delle verità.
Penso che una buona quantità di giovani si sia sempre avvicinata e abbia mostrato interesse per la musica classica, anche a prescindere dai soliti stereotipi che fanno percepire la musica classica “poco invitante” per alcuni.
Lei ha una grande passione anche per la pittura e la fotografia: nella sua vita come coesistono questi interessi con la musica?
Nella mia famiglia ci sono diversi pittori professionisti (due zii e mio nonno materno), quindi fin da piccolo sono sempre stato esposto all’arte. Ho imparato un po’ da loro e poi ho sviluppato questa passione per la pittura, che amo praticare nel tempo libero. Inoltre mi piace molto visitare musei e trovo sia la cosa che mi ispira di più quando ho voglia di dipingere. Il mio interesse per la fotografia invece è nato più tardi ed è per me una cosa più agevole da fare mentre viaggio, rispetto alla pittura. Tuttavia, credo di avvicinarmi alla fotografia e alla pittura con principi estetici molto simili e questo mi aiuta a creare cose di cui sono orgoglioso… almeno la maggior parte delle volte.
Le sue pagine social sono molto curate. Pensa che anche questo sia un modo per esprimere se stessi? Secondo lei aiutano a relazionarsi con il pubblico in modo più diretto?
Sui social media cerco di essere semplice, condividendo talvolta video e soprattutto attività professionali. Credo che Instagram sia la piattaforma migliore per condividere alcuni dei miei interessi anche non specificamente legati al violoncello, e questo tipo di contenuti a volte trova un buon riscontro nel mio pubblico online. Tuttavia trovo che la fissazione per i numeri/la crescita e la costante necessità di contenuti sia estremamente stancante e fastidiosa.
Intervista raccolta da Marta Perra per l’Unione Musicale