Maestro Da Col, nella ricca discografia dell’ensemble Odhecaton figura già un disco tutto dedicato a Orlando di Lasso. Come è nato il programma “Gli umori di Orlando di Lasso” che presentate a Torino, concerto monografico su un autore che avete già avuto modo di approfondire?
L’idea di questo programma è nata in primo luogo dall’ammirazione sconfinata per la polifonia di Lasso, che i suoi contemporanei definirono «prince des musiciens de notre temps» e al quale venne riconosciuto (dal teorico della musica Lodovico Zacconi) il primato, rispetto a Palestrina ed altri grandi polifonisti, nella «bonissima invenzione», ossia nella felicità dell’invenzione melodica. Ma lo spunto è stato l’invito da parte della studiosa di Lasso Annie Coeurdevey a collaborare al progetto discografico collettivo Roland de Lassus. Biographie musicale (Musique en Wallonie), che ci ha condotti a registrare un cd dedicato alla sua produzione più matura (vol. IV, La vieillesse).

Che cosa vi ha rivelato la full immersion nell’opera di Lasso?
La sua inquieta versatilità, che è quella di un musicista cosmopolita e vagante, sia in termini geografici, avendo avuto una carriera di respiro europeo, sia per la sua capacità di declinarsi in una molteplicità di forme e generi, sacri e profani, e in varie lingue.

Quali caratteristiche sono richieste agli interpreti da questa musica?
La stessa versatilità, la capacità di adeguare la vocalità ai diversi generi, di passare dalla compostezza e dalla densità espressiva delle pagine spirituali alla verve teatrale delle composizioni di carattere popolaresco o ispirate dal repertorio della commedia dell’arte, sempre nel rispetto della pagina polifonica.

C’è un brano tra quelli presenti in programma che ama/amate particolarmente? Perché?
Tra le musiche del nostro repertorio lassiano, prediligiamo forse il mottetto in lode della musica Musica Dei donum, una delle sue ultime composizioni. Un brano il cui testo fonde religione e mitologia classica nel celebrare le qualità espressive della musica, e la cui veste musicale è pervasa di grande dolcezza e serenità: qualità che paiono voler segnalare il ruolo della musica nella parte finale della vita di Orlando, che fu dominata da un umore “melanconico”.

Oggi ci sembra di riscontrare un forte ritorno di interesse verso il repertorio barocco da parte di molti giovani interpreti e ascoltatori. Come spiega questo fenomeno?
I giovani hanno per loro natura grande curiosità e desiderio di conoscere repertori nel passato poco valorizzati dai cartelloni delle stagioni concertistiche. Oltralpe, l’offerta musicale è sempre stata più ‘democratica’, ossia più aperta ad ogni genere e ad ogni epoca, compresi i repertori contemporanei e quelli della cosiddetta “musica antica”. Con Odhecaton abbiamo colto l’interesse del pubblico e dei giovani in particolare, per la scoperta del “suono del Rinascimento” italiano ed europeo, una stagione artistica che ci è nota perlopiù attraverso i dipinti, le sculture e le architetture.

Intervista raccolta da Laura Brucalassi per l’Unione Musicale