Come ha scelto il programma del concerto che terrà a Torino?
Credo che un programma da concerto sia una sorta di dichiarazione di una personalità musicale – un buon programma di concerti dovrebbe avere la logica o una narrazione dietro di esso. Questo programma è una delle forme sperimentali, uniche e si passa dal buio e la tragedia del Mozart Fantasia al trionfo ed esuberante, conclusione positiva della Sonata di Beethoven op. 101.
È affezionata a uno specifico brano/compositore del programma? Se sì, perché?
Mi sento molto vicina a tutti questi pezzi che credo siano tutte le opere veramente magistrali e sono emozionata e ispirata dal modo in cui si completano a vicenda e rivelano le connessioni tra i grandi autori che le hanno composte.
Che effetto le fa realizzare un recital nella stessa stagione concertistica in cui si è esibito solo pochi mesi fa anche il suo insegnante, sir András Schiff?
Sono molto felice di suonare a Torino ed è per me un privilegio condividere lo stesso palcoscenico con il maestro Schiff. Quella dell’Unione Musicale è una stagione meravigliosa e per me è profondamente appagante poter condividere questa meravigliosa musica con il pubblico in molte città diverse.
Ha avuto molti grandi maestri: qual è il suggerimento più prezioso che ha ricevuto in ambito musicale?
La lezione più importante nella musica è imparare ad ascoltare.
Secondo lei, qual è il ruolo che la musica svolge nello sviluppo di una persona, anche se non diventerà mai un musicista?
Credo che abbiamo un bisogno esistenziale di musica nella nostra vita. Se pensiamo a tutti i momenti più importanti della vita di una persona, la musica è sempre presente. Nella musica troviamo una lingua straordinaria con la quale esprimere e comprendere i nostri sentimenti più profondi e sentire che siamo parte di una comune umanità.
Qual è il suo rapporto con i social media?
Per lo più lontano…