Quando hai capito che la musica avrebbe occupato una parte importante della tua vita?
Ho capito già a sei anni, appena ho cominciato a suonare, che la musica avrebbe fatto parte della mia vita. Mi divertivo molto alla tastiera e avevo sempre voglia di imparare.

Ci sono stati dei momenti difficili? Hai mai pensato di mollare tutto e cambiare direzione?
No, per ora non ho incontrato particolari difficoltà e non ho mai pensato di smettere. So che non sarà sempre così e che incontrerò degli ostacoli strada facendo, ma sono sicuro che non cambierò mai direzione.

A che punto è il tuo percorso di formazione? Che cosa desidereresti per il tuo futuro?
Sono iscritto al secondo anno dei corsi pre-accademici al Conservatorio di Torino nella classe della professoressa Marina Scalafiotti. Mi piacerebbe arrivare fino al traguardo e se sarò fortunato, in futuro, magari riuscirò a lavorare in ambito musicale come compositore oppure chissà… come direttore d’orchestra! Ma la strada è lunga e c’è ancora tanto da lavorare.

Che cosa diresti a un tuo coetaneo per invitarlo a frequentare i concerti di musica classica?
Ho molte difficoltà a confrontarmi con i miei coetanei tredicenni nell’ambito della musica classica in quanto questo genere non è da loro apprezzato e ascoltato. Quando provo a coinvolgerli, facendogli sentire dei brani classici, vengo criticato oppure considerato un esibizionista solo perché ho il piacere di suonare. Per fortuna ci sono anche ragazzi della mia età che studiano uno strumento e con i quali posso ogni tanto confrontarmi e organizzare qualche “concertino amatoriale”.

Che cosa rappresenta per te tenere un recital per un ente dalla lunga tradizione come l’Unione Musicale?
Non mi sarei mai aspettato di poter suonare per l’Unione Musicale! Sono molto emozionato e felice per questa meravigliosa occasione e spero di averne altre in futuro.

Intervista raccolta da Gabriella Gallafrio per l’Unione Musicale