Come nasce il programma del concerto che presentate al pubblico dell’Unione Musicale?
I programmi che presentiamo sono sempre frutto di continua ricerca durante le prove. Semplicemente cerchiamo un brano che amiamo, di qualsiasi genere: Duilio o Gustavo ne fanno una versione per quintetto, rimanendo il più fedele possibile all’originale, e quando ci troviamo a studiarli ognuno di noi lascia spazio a tutte le suggestioni possibili e propone le possibili citazioni di altri brani che gli affiorano alla mente. Così le migliori citazioni vengono inserite nei brani e lavorate a puntino con una ricerca maniacale dello stile corretto. Questo è ciò che accade per ogni singolo brano. Quando poi bisogna proporre un programma cerchiamo di avere il massimo della varietà di stili ed epoche, per dire a tutti quelli che ascoltano che con cinque strumenti ad arco, classici e senza amplificazione, è possibile fare musica non esclusivamente classica, divertendosi a tenere vivo l’ascolto inserendo citazioni, canzoni, brevi jingle… il tutto per spiazzare l’ascoltatore! Ecco il motivo per cui l’elenco dei brani in programma è spesso “indicativo”: vogliamo avere la possibilità di inserire o eliminare brani, strada facendo, a seconda della reazione del pubblico insala.
Quale brano del programma ama particolarmente e perché?
Amiamo tutto ciò che suoniamo insieme, perché lo scegliamo noi! Nessun brano è imposto o viene suonato solo come è scritto originariamente, ma ognuno mette un po’ del suo, ed è questo che ci fa amare il “suonare insieme”.
Io personalmente amo i brani che suoniamo come bis e quindi… non posso dire quali sono!
Come nasce la vostra collaborazione artistica?
La nostra collaborazione nasce dalla voglia comune di non diventare “impiegati della musica”, di non limitare il nostro essere musicisti al lavoro in orchestra o in gruppi di musica da camera convenzionali. Abbiamo bisogno di far capire a tutti che il musicista non è solo quello che passa tutta la vita sullo strumento e si mostra serio e inarrivabile. Il musicista è una persona “quasi” normale che ama suonare insieme ad altre persone “quasi” normali con l’obiettivo di coinvolgere il più possibile gli ascoltatori in questa magia. La musica è un’arte magnifica e più di tutte ha bisogno di chi la fa e di chi la riceve! Eliminando le barriere di genere e suonando brani classici, jazz, popolari, rock… vogliamo stimolare il pubblico ad ascoltare musica di qualità, sempre e di ogni genere. A proposito: potrete presto ascoltare nuove “divagazioni” musicali nel nuovo disco che stiamo registrando!
Qual è il vostro rapporto con i social media?
Direi positivo. Certo, siamo sempre molto impegnati e non amiamo stare ore su Facebook postando qualsiasi cosa, ma riteniamo sia un mezzo molto efficace per comunicare con i fan, e soprattutto per informarli dei nostri concerti.
Anche YouTube ci ha dato molte soddisfazioni: abbiamo sempre avuto un buon numero di visualizzazioni, in particolare per i videoclip che abbiamo realizzato con la RTSI per la maggior parte tratti dal nostro primo disco “Jokes”.