Quando e perché hai deciso di diventare musicista?
La musica è sempre stata l’attività centrale della mia famiglia, così per me la scelta di iniziare a suonare uno strumento è stata del tutto naturale. Intorno ai sei anni avevo molte passioni, come del resto tutti i bambini, ma davo quasi per scontato che avrei intrapreso lo stesso cammino di mio padre, mia madre e mio fratello. Un episodio specifico, inoltre, mi ha spinto a scegliere il violoncello: mio fratello suonava con un amico violoncellista, il quale un giorno mi prese in braccio e mi fece suonare le corde vuote. Io rimasi stupito dal suono caldo e dal fascino dello strumento, a tal punto che decisi di iniziarlo a studiare.

Quanto ha influito la tua famiglia in questa scelta?
Ho scelto del tutto autonomamente, senza essere influenzato dalla famiglia. I miei genitori hanno poi contattato il maestro Dario Destefano, che mi ha condotto fino al diploma.

Qual è stato (e qual è tutt’ora) il ruolo della musica nella tua crescita personale?
Ho sempre inteso la musica come ciò che permette di risvegliare le emozioni e di scorgere quanto v’è di poetico ed elevato nell’esistenza umana. L’ispirazione artistica rende il nostro vissuto qualcosa di unico e straordinario, aiutandoci a cogliere nella realtà il valore di ogni manifestazione, anche minima, di bellezza universale. La noia cessa di esistere, poiché ci si dimentica dell’informe e piatta quotidianità.

A che punto è il tuo percorso di formazione?
Ho seguito Natalia Gutman per tre anni presso la Scuola di musica di Fiesole. Attualmente frequento il Master of Arts in Music Performance al Conservatorio della Svizzera Italiana sotto la guida del maestro Johannes Goritzki. Il corso durerà ancora due anni, dopodiché intendo proseguire gli studi in altre accademie europee, perché la via per il miglioramento è infinita e io desidero percorrerne un tratto più lungo possibile.

Che cosa desidereresti per il tuo futuro?
Il mio obiettivo principale consiste nel riuscire a intraprendere una carriera solistica, per questo ho intenzione di partecipare a numerosi concorsi che mi permettano di realizzare questo mio desiderio.

Che cosa rappresenta per te tenere un recital per un ente dalla lunga tradizione come l’Unione Musicale?
È  per me un’occasione magnifica ed emozionante, un traguardo che mi spinge a trovare sempre nuovi spunti per il miglioramento.

Che cosa ti piace ascoltare?
Adoro tutta la musica dal Seicento al Novecento, ma non posso non affermare che le opere di Wagner (specialmente Lohengrin e la Tetralogia), mi commuovono particolarmente con quel linguaggio grandioso e sublime che le contraddistingue. Lo stesso vale per molti altri compositori, da Bach a Mozart, Beethoven, Schumann, Brahms. Spesso ascolto registrazioni di composizioni per violoncello, in cui quasi sempre il solista è Rostropovich, il mio idolo sin da bambino.

Qual è il tuo rapporto con i social media?
Non sono molto esperto di informatica, il che non mi facilita nell’utilizzo dei social media. Inoltre, pur sapendo che ciò può essere utile per noi musicisti al fine di allargare le conoscenze, desidererei un mondo in cui la realtà valga di più della sua immagine virtuale e tutto sia più concreto, palpabile.