Quando è nata la collaborazione con Alessandro Carbonare e Roberto Prosseda? Secondo la sua opinione, quanto è importante suonare insieme ad “amici”?
L’importanza di suonare con “amici” è data semplicemente dalla gioia di potersi vedere ancora una volta, con la speranza di ritrovarsi tutti in buona salute e buon spirito musicale. Ma, che dire a proposito di incontrare nuove persone e instaurare nuove collaborazioni? A mio avviso, nella vita di oggi, avere nuovi partner musicali è anche molto importante. Pensateci, è molto semplice … condividendo le note con amore, niente potrà andare storto, e tutto sarà comprensibile. Non vi sembra una nuova era?
Come avete scelto le musiche del programma che proponete a Torino?
La musica è stata scelta soprattutto da Roberto e Alessandro e la loro scelta è stata molto eclettica e saggia… stimo molto questi musicisti e stiamo così bene insieme: come mi piace anche tutto questo!
Lei ha sempre spaziato tra stili musicali diversi, quando è nato il suo interesse per la musica popolare?
Qualche anno fa, trentatré anni (per essere esatti) il mio buon amico Jim mi ha dato uno dei suoi vecchi dischi di musica e mi ha semplicemente detto «Buona fortuna per diventare un violinista di musica popolare!» E così è iniziato il mio lavoro (se si può definire questo un lavoro…)
Lei ha avuto un grande maestro, Yehudi Menuhin: qual è il più importante insegnamento che ha ricevuto da lui?
Non ho mai preso lezioni da Menuhin, ma il più grande insegnamento è stato ascoltare quando ero bambino la sua registrazione di Beethoven: e QUESTO mi basta per tutta la durata della vita.
Secondo la sua opinione, qual è il ruolo che gioca la musica nello sviluppo di una persona, anche se non diventerà mai un musicista?
Sarebbe un argomento molto lungo da spiegare… La mia conoscenza della psicologia infantile non è così sviluppata, soprattutto quella che riguarda i bambini più piccoli, ma dirò una cosa: noi abbiamo bisogno di musica, e ancor più i bambini, ma se siamo in grado anche di suonare è un’altra questione perché la possibilità di apprezzare la musica deriva soprattutto dalle cure amorevoli e organizzate di un bravo insegnante. Un sostegno musicale colmo di amore è la giusta chiave per tutta la vita… e questo batte la televisione e soprattutto questi videogiochi senza senso… ma in fondo questo è solo il mio pensiero…
Intervista raccolta da Gabriella Gallafrio per l’Unione Musicale
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