Quale brano/i del programma che presentate a Torino ama particolarmente e perché?
Così come con i figli, non si può scegliere un preferito! In particolare Um Brasil diferente ha proprio nella scelta e nel trattamento del repertorio il suo motivo di essere. A volte la scaletta, soprattutto nel jazz, può essere un pretesto, ma non è questo il caso. L’alternanza di canzoni e danze conosciutissime ai brasiliani di ogni generazione e di nostre composizioni definisce in sé la storia che vogliamo raccontare.
Come nasce la sua collaborazione artistica con Roberto Taufic?
Quello con Roberto è stato un incontro né più né meno che necessario. Ci siamo trovati infatti in un periodo delle rispettive vite musicali in cui, pur arrivando da opposte direzioni, occupiamo esattamente lo stesso spazio.
Inutile dire poi che un compagno di tale bravura e sensibilità è puro lusso e privilegio!
Qual è il suo rapporto con i social media?
Non frequento, non conosco e non sono attratto da questa febbre social che pervade i nostri giorni. Ne capisco le potenzialità ma non riesco a percepirlo come un mondo nel quale dovrei entrare. Magari mi perdo qualcosa… ma non riesco ad esserne dispiaciuto!