Lo spettacolo Mozart, Ninette e la danza è autobiografico? Diversamente, da quale ispirazione nasce?
«Questo spettacolo è autobiografico nella misura in cui esprime la grande passione di una bambina per la Musica e per tutti gli insegnamenti e valori aggiunti che può offrire se la si ascolta con attenzione e curiosità. Posso dire che sia autobiografica anche nei riguardi dell’Atelier Elisabetta Garilli dato che racchiude un po’ la grande voglia di tutti i suoi membri e di tutti gli spettacoli che progetta e realizza di indagare il mondo in ascolto della sua musicalità».
Chi è Ninette, la protagonista dello spettacolo?
«Ninette è figlia di studiosi, di scienziati, potremmo dire, ma ha probabilmente un destino diverso da quello dei suoi genitori: già così piccola (5-6 anni) presenta un grande talento per la musica e, soprattutto, per la danza. Ama trovare rispondenze e collegamenti con le sue passioni artistiche ed espressive negli ambienti che i genitori indagano, negli habitat naturali, nelle piante, negli animali… Adora porre domande a mamma e papà riguardo a quello che stanno indagando e dai quali anche lei è profondamente incuriosita. E i genitori hanno la saggezza di rispondere tenendo sempre conto dell’importanza di queste curiosità e delle passioni della figlia».
Che ruolo ha la musica di Mozart nello spettacolo?
«In tutti gli spettacoli ideati dall’Atelier Elisabetta Garilli la divulgazione della Musica “alta” è l’obiettivo principale: la sua capacità di costituire il filo rosso nei vari momenti della narrazione e il “collante” fra le discipline artistiche ed espressive che utilizziamo per arrivare a porzioni di pubblico più ampie possibile, costituisce sicuramente il valore aggiunto che conferisce a questi spettacoli la qualità comunicativa che li contraddistingue. Mozart, pur avendo scritto musica in un periodo così lontano nel tempo, ha avuto la capacità di lasciarci pagine eterne di grande espressività e capacità evocativa, perfetta per immaginare e raccontare storie».
L’elemento visivo caratteristico dello spettacolo viene creato da proiezioni/ombre cinesi… Come interagisce la ballerina questi elementi scenici?
«Raccontare utilizzando contemporaneamente immagini create in tempo reale, danza, mimo, narrazione, musica dal vivo costituisce la modalità classica dell’Atelier per coinvolgere nuovo pubblico. Il nostro gruppo include musicisti, attori, ballerini, scenografi proprio per questo motivo. Nel caso dello spettacolo Mozart, Ninette e la danza è la scenografa Serena Abagnato a realizzare l’ambientazione dove Ninette si muove con la creazione di immagini in tempo reale su una semplice lavagna luminosa che proietta su un grande telo. In questo ambiente disegnato si muove la sagoma di Ninette, interpretata dalla ballerina Giulia Carli. La narrazione è affidata a me, Elisabetta Garilli, autrice del testo e dello spettacolo e l’esecuzione della musica di Mozart è affidata al quartetto Settenovecento di Rovereto.
Si tratta di un gruppo molto affiatato e collaudato nel rapporto con il pubblico e nella grande disponibilità alla sperimentazione».
Quali sfide pone ma anche che opportunità offre creare spettacoli per un pubblico di bambini?
«I bambini sono un pubblico molto esigente e difficile da “accontentare”: le loro parole e i loro sguardi difficilmente nascondono la loro opinione. Sono il miglior pubblico che si possa desiderare! Penso che sia molto importante portare ai bambini la musica che si pensa destinata agli adulti, arricchendola dei linguaggi artistici ed espressivi adatti alla loro curiosità e attenzione. Crediamo, poi, fortemente nel proporre esperienze ai bambini insieme ai loro genitori. Un’esperienza condivisa di questo genere, fatta con cura e con attenzione, può far emergere aspetti sconosciuti dei propri figli, può cementare i rapporti intorno a dinamiche nuove, virtuose, nel rapporto con il racconto e con l’arte».
Intervista raccolta da Laura Brucalassi e Marta Perra per l’Unione Musicale