Quali caratteristiche del suo modo di interpretare la musica rivela il programma che eseguirà a Torino, che riguarda l’età dell’oro del violoncello?
Cerco di avere sempre lo stesso approccio qualunque sia il repertorio con cui mi confronto. Ho una formazione “tradizionale”, dunque affrontare il repertorio barocco è stata una gran bella scoperta e mi ha portato grande ricchezza.
Come si è svolta la sua collaborazione con Il Pomo d’Oro?
Quando ho iniziato a lavorare con Il Pomo d’Oro ero un principiante nel repertorio barocco e lavorare con questo gruppo mi ha arricchito enormemente, soprattutto per quanto riguarda la conoscenza dell’ornamentazione, che è una caratteristica essenziale di questo tipo di musica. A loro invece io ho sicuramente portato la mia visione e la mia energia istintiva!
Quando ha deciso di diventare un violoncellista professionista e perché? Altrimenti cosa avrebbe fatto?
Ho iniziato a suonare il violoncello a 4 anni e un anno o due dopo sapevo già che volevo farne il mio lavoro: era ovvio e non ho mai pensato a nient’altro per la mia vita. Se non fossi stato in grado di addentrarmi nello studio del violoncello avrei certamente continuato a lavorare nel campo della musica, ne sono sicuro!
Se dovesse convincere un suo coetaneo a comprare il biglietto per il suo concerto, che cosa gli direbbe?
Spesso racconto ai giovani non-musicisti che incontro che andare a un concerto di musica classica è molto importante per il loro sviluppo personale, perché in una società in cui tutto va troppo veloce e dove ognuno è iper-connesso a reti social e a schermi ascoltare Vivaldi, Brahms o Schubert permette di evadere, di stare un po’ soli con se stessi e lasciarsi andare alla pura emozione… Un po’ come andare al museo o leggere un grande capolavoro. È essenziale che i giovani lo capiscano!
A suo parere, quali sono le qualità principali che una persona deve possedere quando intende intraprendere la carriera musicale?
Credo che la cosa più importante in questo lavoro sia conservare la passione e rimanere se stessi. Veicoliamo emozioni, quindi dobbiamo essere onesti con noi stessi e avere il desiderio di comunicare. È sicuramente il lavoro più bello del mondo!!!
Intervista raccolta da Laura Brucalassi per l’Unione Musicale
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