Intervista a Sara Musso e Maria Grazia Perello protagoniste dello spettacolo “Il bambino invisibile”

Qual è il vostro rapporto personale con la musica? Che cosa preferite ascoltare/eseguire?
 La musica è sempre stata parte integrante della nostra vita. Inizialmente come interesse e poi passione e quindi percorso di studio.
In seguito, in quanto insegnanti di pianoforte, la musica è diventata un mezzo per cercare di appassionare bambini e ragazzi accompagnando i nostri allievi nella loro crescita culturale e umana.
Il nostro repertorio – suoniamo in duo da 16 anni – spazia da Bach/Kurtag a Piazzolla, anche se la nostra preferenza va alle musiche composte tra la fine dell’Ottocento e inizio del Novecento. Ultimamente ci siamo interessate e appassionate alla realizzazione di spettacoli teatral-musicali per bambini; lavori che uniscono vari linguaggi (suoni, disegni e parole). In alcuni casi, abbiamo anche commissionato le musiche a compositori che stimiamo.

La presenza nella vostra vita dei figli ha influito sul vostro approccio nel momento in cui progettate o realizzate un nuovo spettacolo?
In generale, sì. L’essere genitori ci ha portate soprattutto a scegliere testi che contengono messaggi che condividiamo e che vorremmo trasmettere anche ai nostri figli.

Quali sono le opportunità per chi come voi si rivolge ad un pubblico di bambini? Quali i rischi?
Il pubblico dei bambini è molto stimolante perché ci dà la possibilità di provare a trasmettere messaggi che noi riteniamo importanti. Al tempo stesso ci piacerebbe, proponendo l’ascolto della musica dal vivo, lasciare nei piccoli ascoltatori il desiderio di continuare l’esperienza, anche da più grandi, continuando a frequentare i teatri e le sale da concerto.

Che tipo di pubblico è quello formato da bambini?
Il pubblico dei bambini è molto eterogeneo e, per certi versi, molto esigente.
Occorre tener vivi l’interesse e l’attenzione per ciò che si svolge sul palco, coinvolgendo i piccoli spettatori anche e soprattutto sul piano emozionale.

Quali brani musicali o quali compositori/cantautori vi piacevano particolarmente da bambine? E oggi?
Da bambine ascoltavamo le canzoni dello “Zecchino d’oro”, le “Fiabe sonore” e, sui dischi in vinile di famiglia, le grandi composizioni sinfoniche, qualche musica da film e brani tratti dai musical.

 Come genitori e insegnanti, quale pensate che sia il ruolo della musica nella crescita di un bambino?
Siamo convinte che tutti i bambini dovrebbero avere l’opportunità di avvicinarsi alla musica con esperienze di ascolto, strumentali o vocali. Crediamo che la musica possa aiutare tutti i bambini, in particolare quelli con difficoltà, nella loro crescita intellettuale ed emotiva; la musica offre occasioni di confronto, di socializzazione, di aiuto e di ascolto reciproco. Senza per forza dover diventare musicisti professionisti!