Qual è il suo ruolo nello spettacolo Versi X Versi?
Come attrice interpreto il ruolo di “Deborà di Parigì della Compagnia di Carabà”, la soubrette del grande Varietà, offerto, ovunque vada, dalla sgangherata e divertente Compagnia di Carabà. Una soubrette che “fa di tutto” pur di portare a termine lo spettacolo.
Qual è il suo rapporto personale con la musica? In che modo e in che misura la sua formazione musicale ha influito sulla carriera di attrice?
Il mio rapporto personale con la musica è molto stretto: una sorta di convivenza quotidiana e preziosa, direi. La mia formazione musicale ha influito molto sulla mia carriera di attrice e non solo. Mi ha permesso di collaborare con musicisti e artisti di diversa ed eterogenea formazione, anche non strettamente legati al teatro, ampliando e consolidando la mia esperienza e il mio percorso che è sempre più rivolto a un dialogo-scambio, sullo stesso palco, col corpo, lo spazio, la voce, gli strumenti.
Mettere in scena la musica aiuta ad ascoltarla meglio? O, viceversa, la musica permette di raccontare in maniera più avvincente (o più efficace) una storia?
Credo proprio di sì. Penso che il linguaggio musicale abbia la straordinaria capacità di essere universale, così come quello del corpo. Nella maggior parte dei casi, entrambi i linguaggi (musicale e del corpo, inteso anche come voce) consentono, ognuno con le precipue caratteristiche, un ascolto profondo, un’immersione totale e una migliore comprensione di ciò che si sta guardando e ascoltando. Mettere in scena la musica, o musicare un racconto, penso renda l’esperienza del concerto-spettacolo, seppur diversa per ogni ascoltatore, estremamente viva, con la possibilità di radicarsi nel ricordo.
Secondo la sua esperienza personale, qual è il ruolo della musica nello sviluppo di un bambino?
Oserei dire fondamentale ma, pur non esagerando, comunque importantissimo, così come la lettura. Numerosi studi e ricerche scientifiche dimostrano quanto la musica e la lettura siano importanti per lo sviluppo complessivo dei bambini, cognitivo e relazionale.
Inoltre la mia esperienza di attrice-musicista in progetti dedicati anche a bambini da 0-36 mesi in su e quella personale di mamma, mi porta a confermare pienamente quanto affermato perché vissuto con i miei occhi e…”le mie orecchie”.
Il mio invito, che è anche un augurio per il nostro futuro, per le famiglie, i bambini, gli educatori, è sempre lo stesso: leggere tanto, sempre di più, e ascoltare musica in famiglia e nella scuola.
Intervista raccolta da Gabriella Gallafrio per l’Unione Musicale
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