Cosa lega la Sinfonia funebre di Locatelli alla Pavana di Ravel? E la Danza degli spiriti beati di Gluck alle Streghe di Paganini? Il mistero e la morte, secondo Guido Rimonda, violinista e direttore della Camerata Ducale, in concerto per l’Unione Musicale. Il programma ideato dal musicista torinese si intitola Le Violon Noir. La musica del mistero e, racconta lo stesso Rimonda, «è nato come omaggio allo strumento che suono, lo Stradivari appartenuto a Jean-Marie Leclair. Il violinista francese negli ultimi anni della sua vita era divenuto misantropo e si era rinchiuso in casa, solo con il suo violino. Morì pugnalato e il cadavere, rinvenuto a due mesi dalla morte, fu trovato abbracciato allo strumento che riporta ancora una macchia scura, come impronta della mano che lo stringeva. Il violino fu chiamato allora “le violon noir” per via del giallo che ammanta la storia (non si è mai saputo chi fosse l’assassino). L’anno scorso, celebrando i 250 anni dalla morte, abbiamo inventato questo programma “esoterico”. Così c’è il Trillo del Diavolo, per via del famoso sogno in cui il diavolo apparve a Tartini ispirando la sonata, o la musica di Schindler’s List, che rappresenta il dramma di un popolo. Il protagonista resta Paganini perché considerato il più diabolico dei musicisti. Durante il concerto racconterò alcuni aneddoti sui pezzi in programma».
Il suo strumento però, uno Stradivari del 1721, pare avere caratteristiche diverse dal mistero e dalla tenebra…
«Sì, il suo suono fu definito la voce di un angelo: è molto chiaro e cristallino e allo stesso tempo molto caldo. Sono molto fortunato ad avere questo strumento».
Come si trova nella duplice veste di direttore e violinista?
«Mi piacciono entrambi i ruoli e questa doppia possibilità fa sì che io possa realizzare tutte le mie idee. Quando dirigo non devo condividere le mie intenzioni con altri».
La sua discografia è articolata prevalentemente sul repertorio classico…
«Io prediligo il periodo tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, ma mi piace tutta la musica, anche la contemporanea. Ho dei progetti con Richard Galliano: insieme suoniamo il Concerto per violino e oboe di Bach, sostituendo quest’ultimo con la fisarmonica, e anche dei brani scritti da lui». ( Articolo di Federico Capitoni)
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{Originale su www.sistemamusica.it}