CAMERA DELLE MERAVIGLIE
Una produzione originale Unione Musicale
in collaborazione con il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino
Disponibile gratuitamente online da venerdì 5 marzo 2021 – ore 21
sul sito dell’Unione Musicale
Robert Schumann (1810-1856)
Quartetto in mi bemolle maggiore op. 47
Beatrice Spina violino
Lisa Bulfon viola
Lorenzo Guida violoncello
Alberto Pipitone Federico pianoforte
racconta Antonio Valentino
Riprese video a cura di Simone Borrasi, Mattia Gaido, Elaine Carmen Bonsangue
Montaggio a cura di Simone Borrasi, Mattia Gaido
Riprese audio a cura della Control Room del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino
Carlo Barbagallo responsabile tecnico
Carlo Barbagallo, Giovanni Corgiat, Federico Primavera tecnici del suono
Dopo il successo dei sei episodi di Short Track. Mini-concerti per tutte le orecchie, inseriti nel palinsesto OnLive di Piemonte dal Vivo, l’Unione Musicale propone un altro progetto che mette al centro la musica e il rapporto tra pubblico e interpreti.
«In questo difficile momento di pandemia – afferma il direttore artistico Antonio Valentino – anche l’Unione Musicale ha dovuto rimodulare la propria offerta. L’ascolto dal vivo non può essere sostituito dall’ascolto online, ma le nuove tecnologie offrono l’opportunità di entrare in contatto con un pubblico più vasto e diversificato. Ci è sembrata un’occasione propizia per continuare a coltivare il “pubblico di domani”, proponendo progetti divulgativi che avvicinino al mondo della musica classica da camera. Abbiamo perciò ripreso alcuni format sperimentati con successo dal vivo producendoli in video, in modo da sfruttare le peculiarità e le potenzialità offerte da questo mezzo».
Come l’omonima serie di concerti dal vivo, Camera delle meraviglie – realizzato in collaborazione con il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino – è rivolto a coloro che vogliono scoprire cosa implica la preparazione di un’esecuzione musicale ed essere accompagnati a un ascolto più approfondito. Infatti non c’è niente di più avvincente che farsi guidare alla scoperta della musica da chi la conosce e la ama: i musicisti!
Rispetto a Short Track, pensato per un pubblico di neofiti, Camera delle meraviglie è una sorta di upgrade. Il brano musicale – nello specifico il Quartetto in mi bemolle maggiore op. 47 di Schumann – viene eseguito integralmente e se ne possono scoprire aneddoti e curiosità grazie agli interventi parlati del maestro Antonio Valentino, che conduce gli ascoltatori nel laboratorio creativo del compositore svelandone i trucchi del mestiere.
L’interazione con il pubblico – che nei concerti dal vivo è un elemento essenziale – viene recuperata tramite il digitale con due modalità: durante la visione della premiere di venerdì 5 marzo alle ore 21 sul sito dell’Unione Musicale gli ascoltatori potranno commentare e porre domande in tempo reale ai musicisti.
Inoltre il video – che resterà disponibile gratuitamente sul canale YouTube dell’Unione Musicale – sarà liberamente “navigabile” dagli spettatori, che potranno decidere autonomamente come fruire dei contenuti, scegliendo per esempio di ascoltare in successione l’introduzione storiografica all’opera, l’analisi dei singoli movimenti e l’esecuzione musicale o mixare le diverse parti, oppure – ancora – riascoltare alcuni passaggi per focalizzare meglio alcuni dettagli.
Grazie ai numerosi contenuti aggiuntivi appositamente realizzati per il lancio del progetto, fin dai giorni precedenti a venerdì 5 marzo sarà possibile leggere e ascoltare le interviste agli interpreti e andare virtualmente “dietro le quinte” per scoprire cosa c’è dietro all’esecuzione di un concerto.
Oltre a proseguire l’azione di divulgazione della musica classica, che vede l’Unione Musicale in prima linea da molti anni, il progetto Camera delle meraviglie rafforza la collaborazione con il Conservatorio di Torino con il comune obiettivo di sostenere giovani e valenti artisti che negli ultimi mesi sono stati colpiti dalla chiusura prolungata dei teatri e dei luoghi di spettacolo.
Venerdì 5 marzo 2021 si ascolterà il Quartetto in mi bemolle maggiore op. 47, composizione nata in quel 1842 che fu per Robert Schumann l’anno della musica da camera. Schumann aveva allora 31 anni, e non aveva ancora composto musiche strumentali da camera: seguì il consiglio di Liszt, che due anni prima gli aveva suggerito di dedicarsi alla creazione di musica d’insieme prevedendo che il pianoforte sarebbe divenuto un mezzo espressivo «troppo limitato per lui».
In una di quelle incredibili eruzioni creative tipiche di Schumann, nel giro di pochi mesi il compositore si confrontò con il panorama cameristico pressoché completo, cimentandosi con il genere più elevato della tradizione (Quartetto per archi) e al contempo con le tipologie proprie delle nuove generazioni romantiche (Quartetto e Quintetto con pianoforte, pezzi di carattere).
Il riferimento è ancora e soprattutto Beethoven, come si può intuire fin dalle prime battute del Quartetto, ma non si può non notare il ruolo nuovo che affida al pianoforte, che è onnipresente, ma non invadente. Questo perché il pianoforte funge da cassa di risonanza psicologica a quello che succede negli archi, commentando, riflettendo e facendo proprie le idee degli altri strumenti.