Con pubblico straripante – persino appollaiato sui gradoni dell’orchestra, fino ad assediare il pianoforte – la sera del 30 gennaio 1980 Maurizio Pollini eseguiva la Sonata n. 2 op. 35 di Chopin all’Auditorium RAI. Massimo Mila raccontava sulla “Stampa” il concerto perfetto, notando che: «I giovani organizzatori dell’Unione Musicale si sfregano le mani». Ricordi, Walter? Proprio a quella sera alcuni di noi saranno riandati, ascoltando la medesima sonata chopiniana, nell’esecuzione di Grigory Sokolov, con la quale lo scorso ottobre si e inaugurata al Lingotto la Stagione 2015-2016. Esecuzione anch’essa irripetibile (per definizione) e fonte di intense emozioni, ma diverse da quelle di allora. Il fatto e che noi stessi – il pubblico – siamo nel continuo diversi, mutando di tempo in tempo il nostro approccio all’ascolto… e a molte altre cose ancora. Con una costante: anche questa volta gli organizzatori, un po’ meno giovani di allora, si sfregavano le mani. Le due esperienze scandite nel tempo – e ancora fresca l’eco del tocco di Andras Schiff – sono emblematiche del primo e fondamentale pilastro dell’Unione Musicale: la tradizione, declinata quale costante fedeltà alla qualità artistica e alla ricchezza inesauribile del grande repertorio cameristico; il nostro intatto “oggetto sociale”. Quanto al secondo pilastro, pensate a un proscenio coperto da un morbido tappeto di gommapiuma, sul quale si muovono – gatton gattoni – un paio di dozzine di pargoli, da pochi mesi ai primi anni di età, con i loro genitori. Occhioni sorpresi e vivacissimi, nessun pianto: i pupi sono semplicemente all’ascolto di giovani e addestrati vocalisti dell’Unione Musicale che hanno avviato da poco la proposta di Ateliebebè al Teatro Vittoria, il nostro luogo dell’innovazione musicale. L’esperimento avvicina fisicamente i bimbi al suono prodotto dallo strumento che essi stessi usano a pieni polmoni: la voce umana. Una serie di appuntamenti che siamo stati felici di programmare in soprannumero, per soddisfare la crescente richiesta dei giovani genitori, desiderosi di calcare il palcoscenico con i loro figlioletti. Tradizione e innovazione: queste sono le chiavi di lettura dei primi settant’anni dell’Unione Musicale e nel contempo le coordinate per guidare la navigazione nel futuro. Che affrontiamo allegri con brio. (Articolo di Angelo Benessia, Presidente dell’Unione Musicale)
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